I primi a toccare terra sono bimbi, mamme e papà di nazionalità siriana: hanno viaggiato a bordo della nave ‘Sirio’ della Marina Militare dopo essere stati recuperati in diverse operazioni di salvataggio nel Mar Mediterraneo. Per loro acqua, vestiti e cibo offerti dai volontari della Croce Rossa Italiana.
Il pattugliatore d’altura, che stavolta non è entrato in Porto, ma è rimasto in rada, ha iniziato sotto un sole cocente il trasbordo sui mezzi della Guardia Costiera. In totale sono 541 migranti. Le condizioni di salute dei superstiti sono in generale buone: solo alcuni presentano eritemi solari.
A Catania, gli investigatori della Squadra Mobile sono impegnati su due fronti: a raccogliere le testimonianze degli ultimi migranti sbarcati in Porto e a ricostruire la dinamica di quanto accaduto giorni fa su uno dei barconi soccorso in alto mare con il ritrovamento del giovane della Sierra Leone ucciso da un colpo di arma da fuoco.
Ancora non chiaro il movente della tragedia se legato al rifiuto della vittima di consegnare il proprio cappellino da baseball a un trafficante, che lo ha ucciso per il diniego, secondo quanto riferito da migranti ai soccorritori di Moas.
E’ stata invece ricostruita la dinamica: la sparatoria sarebbe avvenuta su un gommone e il corpo è rimasto sul fondo del natante guardato dal fratello. Poi è stato recuperato dai soccorritori.
Dopo lo sbarco di Pozzallo, avvenuto domenica, i superstiti hanno raccontato di un nuovo naufragio con 80 migranti morti.
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