E’ di violenza sessuale pluriaggravata l’accusa formulata dalla polizia di Stato di Caltanissetta nei confronti di un infermiere professionale di 52 anni, originario della provincia di Agrigento. Nei suoi confronti una misura cautelare perché accusato di aver commesso il fatto ai danni di due degenti, una delle quali minorenne, del reparto di psichiatria dell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta.
Le indagini della squadra mobile hanno permesso di raccogliere fonti di prova a carico dell’indagato che la Procura ha valutato come “gravi”, tanto da richiedere ed ottenere una misura cautelare. Il gip ha disposto l’interruzione dell’esercizio dell’attività professionale per 11 mesi e l’Asp ha già avviato le procedure disciplinari.
Le indagini sono scaturite a seguito della segnalazione fatta da una minore straniera non accompagnata, sbarcata un anno prima del suo ricovero presso il reparto di psichiatria per un disturbo del comportamento. Solo la presenza di altre degenti ha permesso di interrompere le presunte violenze subite. Le indagini hanno fatto emergere un altro presunto episodio, questa volta ai danni di una maggiorenne, avvenuto nel 2018 e mai denunciato.
L’infermiere, secondo quanto emerso durante le indagini, ha più volte baciato sul collo la minore, palpeggiandola e tentando di andare oltre; Fu interrotto solo grazie alla presenza di un’altra degente. Anche per quanto concerne la seconda presunta vittima, l’infermiere avrebbe approfittato dello stato di inferiorità fisica della donna in quanto degente del reparto dove lui prestava servizio.
Appena ieri è venuto fuori un altro grave caso nella sanità pubblica siciliana. Ad essere indagato dalla polizia un medico stalker in servizio all’Asp di Catania. Nei suoi confronti una misura cautelare emessa dalla Procura e la sospensione dal servizio. Il provvedimento in seguito alla decisione della Procura della Repubblica di Catania sulla scorta delle indagini del commissariato Borgo Ognina. E’ accusato di aver avuto “reiterate condotte persecutorie” nei confronti di una ragazza sua coetanea. In particolare, le indagini, dirette dal pool di magistrati che si occupano dei reati che riguardano il delicato settore della violenza di genere, hanno fatto luce sui comportamenti persecutori posti in essere da un medico trentenne nei confronti di una donna, il cui contatto telefonico era stato reperito illecitamente nell’ambito dell’esercizio della sua professione sanitaria.