La Corte d’Assise d’Appello di Caltanissetta ha confermato la condanna a 30 anni di reclusione per Filippo Marraro, imputato dell’omicidio della ex moglie, Loredana Calì, l’1 aprile 2019 a Catenanuova, in provincia di Enna.
Giudici hanno escluso aggravante della crudeltà
Marraro è stato giudicato con il rito abbreviato. I giudici hanno escluso la circostanza aggravante della crudeltà. L’imputato era stato già giudicato colpevole ad ottobre del 2020 e condannato alla medesima pena.
L’accusa in aula era rappresentata dal sostituto procuratore generale Fabiola Furnari. L’imputato e la moglie, che avevano due figli, si erano lasciati prima del delitto e il marito non si era mai rassegnato alla separazione.
L’arringa difensiva
Marraro era molto geloso e imputava alla donna una serie di relazioni extraconiugali. Nel corso dell’arringa difensiva il legale dell’imputato ha anche fatto riferimento al delitto d’onore sostenendo che l’uomo avesse ucciso spinto dalla gelosia. Il giorno dell’omicidio l’imputato, minacciandola con una pistola, aveva costretto la donna a salire in auto sino alla casa di campagna della coppia.
Le ricostruzioni degli inquirenti
La vittima, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, si sarebbe inginocchiata per chiedere pietà, ma l’uomo avrebbe fatto fuoco uccidendola.
Marraro aveva anche precedenti per aver picchiato la prima moglie. L’uomo si costituì dopo il delitto.
“Imputato pienamente capace di intendere e volere”
Per la Corte d’Assise d’Appello, dunque, così come già riconosciuto in primo grado a seguito di una perizia psichiatrica, l’imputato era pienamente capace di intendere e di volere al momento dei fatti.
Corte ha ammesso associazioni a parti civili
La difesa aveva impugnato la sentenza di primo grado chiedendo anche l’estromissione dalle parti civili delle associazioni “Co.Tu.Le Vi ” e dell’associazione “Donne insieme” di Sandra Crescimanno. La corte le ha invece ammesse. Le altre parti civili – la sorella ed il fratello della vittima – erano rappresentate dall’avvocato Luigi Spinello e dall’avvocato Egidio La Malfa.
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