Sono 21 (una in più dei 2/3 richiesti dalla legge) le firme dei consiglieri comunali di Gela che intendono sfiduciare il sindaco, Domenico Messinese, ex M5s, nella seduta convocata per le 10 del 7 settembre, alla vigilia della festa della Madonna dell’Alemanna.
Questo è il terzo tentativo di mandare a casa il sindaco eletto nel giugno del 2015 nella lista dei Cinquestelle. I suoi ex amici “pentastellati” lo hanno espulso appena sei mesi dopo l’insediamento perché ritenuto colpevole di non avere dimezzato la sua indennità di carica e di avere flirtato con l’Eni rinunciando a respingere il protocollo d’intesa sulla
riconversione industriale del petrolchimico con la nascita della “green refinery”.
Il cammino di Messinese, in questi 3 anni, è stato perciò un percorso di guerra, con imboscate in consiglio comunale e i continui attacchi del M5s, che lo hanno portato a cambiare 16 assessori e a difendersi cercando disperatamente supporti e alleanze in ogni schieramento politico.
Nessuno però ha inteso sostenerlo, piuttosto, per due volte nell’arco dell’ultimo anno, si è tentato di mandarlo a casa con altrettante mozioni di sfiducia. La sua “capacità” persuasiva, mista a “incarichi e prebende”, dicono alcuni esponenti dell’opposizione, ha indotto tre consiglieri comunali (uno la prima volta, due la seconda) a ritirare la propria firma all’ultimo momento e far saltare la seduta e la possibile sfiducia. Ora siamo al terzo tentativo e stavolta, con l’adesione del Pd, pare che i numeri ci siano: 21 su 30.
Ci sono tutti, dai M5s all’Udc-Ap, da Forza Italia a Sicilia Futura, Ma il sindaco avverte: “sarà una vittoria di Pirro. Gela pagherà pesantemente questa crisi perché siamo a rischio default per i troppi debiti fuori bilancio delle
precedenti amministrazioni che bisogna sanare subito”.
Messinese parla anche di investimenti e accordo di programma che potrebbero saltare senza una guida politica. Per questo pochi giorni fa ha lanciato un appello per un governo di salute pubblica di fine legislatura. Proposta accolta solo da “Diventerà bellissima”, con la benedizione del governatore siciliano, Nello Musumeci, e di alcuni indipendenti. Ma 9 su 30 sono troppo pochi. Messinese tuttavia spera di convincerne almeno altri 2 di consiglieri tra i firmatari della mozione e impedire che si arrivi ai 20 voti necessari perché passi la sfiducia.