Indagini Dia nissena su detenuto con precedenti di usura, spaccio, truffe

È ritenuto vicino a Cosa Nostra, sequestrati beni a pregiudicato per 400mila euro

La Direzione investigativa antimafia ha dato esecuzione ad un provvedimento di confisca di I grado di beni emesso dal Tribunale di Caltanissetta – Sezione misure preventive – nei confronti di un cittadino nisseno con precedenti per usura, stupefacenti, riciclaggio e truffe per le quali è attualmente detenuto – nonché ritenuto vicino ad ambienti di Cosa Nostra nissena.

Sproporzione tra redditi dichiarati e patrimonio accumulato

Il provvedimento adottato su proposta del direttore della Dia, scaturisce da un’attività investigativa finalizzata alla individuazione ed aggressione degli illeciti patrimoniali riconducibili alle organizzazioni criminali o comunque a soggetti ad essa contigui il cui tenore di vita risulti sproporzionato rispetto ai redditi ed agli asset dichiarati.

In ragione della spiccata indole delinquenziale, desunta dai gravi trascorsi giudiziari e dalla sua abituale frequentazione di pregiudicati e mafiosi, il Tribunale – oltre alla misura patrimoniale – gli ha applicato quella di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza per la durata di tre anni.

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Sequestrati beni di due ditte individuali ed una srl

La confisca ha interessato l’intero capitale sociale ed i relativi beni strumentali di due ditte individuali ed una srl uninominale del settore del commercio di auto e nella cura della persona, nonché numerosi rapporti finanziari intestati all’indagato ed al suo nucleo familiare per un valore stimato di 400mila euro.

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Ad inizio marzo, la direzione investigativa antimafia di Catania, eseguì un provvedimento di confisca dei beni emesso dal tribunale del capoluogo etneo nei confronti di un imprenditore operante nel settore del commercio di materie plastiche e nella raccolta di rifiuti non pericolosi nella provincia di Ragusa. Sono state confiscate, ed amministrate dal tribunale tramite amministratore giudiziario nominato, tre aziende operanti nel commercio di materie plastiche e nella raccolta di rifiuti non pericolosi, cinque unità immobiliari e due autoveicoli. Il patrimonio sottoposto a confisca è valutato in circa 3.000.000 euro.

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L’imprenditore, già condannato per traffico di stupefacenti e coinvolto in diverse inchieste della procura della Repubblica di Caltanissetta (riguardo ad un’organizzazione di stampo mafioso finalizzata alla commissione di estorsioni nei confronti di imprenditori agricoli, ai quali venivano imposti la raccolta delle plastiche esauste provenienti dalle serre e il servizio di guardiania), nell’ottobre 2019 è stato arrestato su ordine della Procura della Repubblica di Catania, poiché, avvalendosi della capacità di intimidazione del sodalizio mafioso di appartenenza e della conseguente condizione di assoggettamento e omertà che ne derivava, riusciva a monopolizzare la raccolta delle plastiche dismesse dalle serre insistenti in provincia di Ragusa, imponendone ai serricoltori il conferimento in via esclusiva ad una sola impresa.

Il destinatario della misura ha strutturato le proprie attività economiche avvalendosi dell’appoggio di esponenti di prim’ordine del clan Carbonaro-Dominante, egemone nell’hinterland ibleo, inserito nell’organizzazione mafiosa denominata “Stidda”, operante nei territori menzionati sin dagli anni ’80. È stato accertato da diverse attività investigative che tale gruppo criminale, tra i tanti affari illeciti, è attratto dal fiorente settore del riciclo delle materie plastiche impiegate in agricoltura, inquinando il tessuto economico con posizioni di assoluto monopolio.

 

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