- Montante “Spero che le querele arrivino in tempi brevi”
- “Potrò smentire, documenti alla mano e non a chiacchiere, le falsità contro di me”
- Prossima udienza del processo d’appello il 13 luglio
L’ex leader di Confindustria, Antonello Montante, ha parlato al termine dell’udienza del processo che lo vede imputato con altre quattro persone alla corte d’Appello di Caltanissetta crede nella giustizia sottolineando anche di aver detto la verità.
“Mi sono difeso affermando la verità – ha sottolineato –. Basta dire la verità e uno è tranquillo. Credo ancora e sempre nella giustizia per cui io dico la verità poi per il resto che me ne frega. Se mi chiamano dalla commissione antimafia io sono sempre per le istituzioni e sempre disponibile a dare il mio contributo”.
“Spero che le querele arrivino”
Montante ha poi continuato: “Spero che le querele arrivino in tempi brevi così potrò smentire, documenti alla mano e non a chiacchiere, tutte le falsità dichiarate contro di me”.
Prossima udienza il 13 luglio
Il processo continua. La prossima udienza è fissata per il 13 luglio. Si proseguirà con l’interrogatorio di Montante.
Taormina, “Montante non conosceva fonti di Di Simone”
“Antonello Montante ha fatto presente che tutti i presidenti di Confindustria facevano richieste di informazioni a Diego Di Simone e poi lui faceva un resoconto sulla base di quello che aveva trovato ma la sua fonte di informazioni non la diceva a nessuno”. Lo ha detto l’avvocato Carlo Taormina, legale di Antonello Montante condannato in primo grado a 14 anni per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e accesso abusivo al sistema informatico.
L’ex leader di Confindustria è stato interrogato oggi. Il riferimento è a Diego Di Simone Perricone, ex capo della Security di Confindustria nazionale, anche lui imputato nel processo e condannato a sei anni e quattro mesi con l’accusa di avere passato, per oltre sette anni consecutivi, delle notizie riservate a Montante.
Notizie, che secondo la ricostruzione dell’accusa, sarebbero state prese dallo Sdi, il sistema informativo del Ministero dell’Interno e da altre banche dati, e che riguardavano le vicende personali e giudiziarie dei ‘nemici’ di Confindustria.
“Loro potevano chiedere le informazioni a Di Simone – ha continuato Taormina – ma non sapevano poi quali fossero le modalità con cui lui acquisiva le notizie. Poi abbiamo saputo che era lo Sdi. Anche Alfonso Cicero (ex presidente dell’Irsap, teste chiave nel processo) aveva la possibilità di chiedere informazioni, come ha riferito in passato lo stesso Di Simone. Ad alcuni accessi nello Sdi riguardanti informazioni su Iacuzzo, Di Vincenzo e Cortese corrispondevano poi cronologicamente delle denunce presentate da Alfonso Cicero”.
“Al pari di quanto già preannunciato alle scorse udienze, anche all’esito di quella odierna Antonio Calogero Montante sarà denunciato all’autorità giudiziaria anche per le quantità “‘industriali’ di calunnie e menzogne e offese proferite ulteriormente oggi ai danni della mia persona”, fa sapere Alfonso Cicero attraverso il legale Annalisa Petitto.
Legale a Morra chiesta audizione in Commissione
“Ho parlato con il presidente della Commissione antimafia al quale ho chiesto di sentire Antonello Montante. Vorrei arrivasse il momento in cui qualcuno in equilibrio possa valutare cosa è accaduto perché Montante è solo interessato a ricostruire e a chiarire”. Lo ha detto l’avvocato Carlo Taormina, legale dell’ex leader di Confindustria, in una pausa del processo sul cosiddetto ‘Sistema Montante’.
“Ci sarà un esame della richiesta da parte dell’ufficio di presidenza – ha detto il presidente dell’Antimafia, Nicola Morra, presente a Caltanissetta – e vedremo che esito avrà. Di recente è stato audito il dottore Palamara per quanto l’iter sia stato avviato a gennaio con fortissime resistenze. L’ottica di questa presidenza è quella di garantire la massima trasparenza evitando però di fornire palcoscenici per chi deve intorpidire. Pertanto ci sarà una valutazione complessiva. E vero è – ha aggiunto – che avendo avuto un ruolo importante nel mondo della cosiddetta gestione dei beni sequestrati e poi confiscati alle mafie Antonello Calogero Montante potrebbe essere tranquillamente ascoltato anche sotto questo profilo a mio avviso, visto che l’ex ministro dell’Interno Angelino Alfano decise di inserirlo nel Cda dell’agenzia”.
Montante nel corso dei suoi interrogatori ha parlato di rapporti con politici e magistrati.
“Anche in questa occasione – ha sottolineato Morra – si sta profilando uno scenario per cui l’azione criminale sarebbe stata svolta da una trama relazionale. E allora se non è più il comportamento del singolo, ma piuttosto dell’insieme di soggetti, quello che ha concertato l’azione penalmente rilevante mi sembra giusto indagare per togliere tutti i nessi, evitando il ripetersi di qualcosa che purtroppo spesso nella nostra storia recente è accaduto per cui si coglie la punta dell’iceberg e ci si dimentica dei sei settimi che sono sott’acqua”.
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