“Non è più possibile subire decisioni assunte da gruppi ristretti di plenipotenziari e capicorrente. I candidati nei collegi uninominali e plurinominali non possono arrivare dall’alto solo al fine di consolidare leadership ed equilibri interni di partito. Sarebbe controproducente la riproposizione di candidature dinastiche, le quali rischierebbero di rendere ancora più acuta e senza ritorno la crisi del partito”.
E’ quanto si legge in un documento dell’ ufficio provinciale Pd di Caltanissetta e dei giovani dem rivolto alla segretaria nazionale e a quella regionale. “Non vorremmo arrivare a iniziative eclatanti, al disimpegno, alla chiusura dei circoli. Pertanto – si aggiunge – ancora una volta e a gran voce rivendichiamo il diritto all’individuazione dei candidati nel nostro territorio”.
Nel documento si rimarca che “già in occasione delle regionali abbiamo dovuto gestire con immani sforzi una campagna dura e difficile, persa in partenza o addirittura neanche giocata in un assordante silenzio e in un’ incomprensibile indifferenza da parte di alcuni dirigenti come se avessero messo in conto prim’ancora del popolo dem siciliano, la sconfitta elettorale”.
E’ il secondo attacco alla segreteria del Pd dopo la riunione dei ‘ribelli’ autoconvocatisi nella sede di Palermo in via Bentivegna. Fra loro anche ex parlamentari nazionali e regionali, amministraori locali in carica e militanti di lungo corso