La Cassazione chiede una nuova pronuncia per il reato di associazione a delinquere contestato all’ex leader degli industriali siciliani Antonello Montante.
La Suprema Corte ha rigettato ieri sera il ricorso contro la decisione del Tribunale del Riesame (che aveva confermato l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Caltanissetta lo scorso marzo) nella parte che riguarda le ipotesi di corruzione, favoreggiamento, rivelazioni di segreto d’ufficio e accesso abusivo al sistema informatico.
Ma ha annullato con rinvio l’associazione a delinquere, finalizzata alla commissione degli altri presunti reati, contestato a Montante e ai gli altri indagati.
Il ricorso per l’ex leader di Confindustria Sicilia è stato discusso in aula dall’avvocato Carlo Taormina. Il reato resta comunque contestato nel processo, col rito abbreviato, in corso davanti al Gup di Caltanissetta.
Non si conoscono ancora le motivazioni della decisione, che riguarda pure due dei principali coindagati di Montante, il colonnello Giuseppe D’Agata e l’ex capo della security di Confindustria Diego Di Simone Perricone, attualmente ai domiciliari.