Chiusa a Niscemi dai Nas una nota industria alimentare. La disposizione è arrivata in seguito ad un’ispezione dei carabinieri del Nas, il nucleo antisofisticazione. Ad essere state scoperte una serie di irregolarità, principalmente delle gravi violazioni sul piano dei sistemi depurativi e dello scarico delle acque di lavorazione provenienti dal ciclo dell’industria stessa. Ad emergere, dunque, una situazione complessivamente fuorilegge che non permette per questo tipo di attività di poter svolgere la produzione alimentare.
I motivi dell’ispezione
L’operazione è maturata nell’ambito dei controlli predisposti dal comando carabinieri per la tutela della salute mirati al controllo e contrasto alle attività illecite a garanzia della sicurezza alimentare e sanitaria, nonché al contrasto alle frodi alimentari nel settore delle industrie alimentari e conserviere. In tale contesto è quindi stato avviato il controllo del Nas di Ragusa in una nota industria conserviera. Il sindaco di Niscemi, cittadina della provincia di Caltanissetta, ha disposto la sospensione dell’intero opificio.
Gravi violazioni
La misura si è resa necessaria sulla base delle gravi violazioni in materia ambientale che sono state contestate. In particolare, dall’esito di mirati accertamenti, è stato riscontrato che l’industria lavorava in assenza della prevista autorizzazione allo scarico dei reflui di tipo domestico e dell’impianto di depurazione provenienti dal ciclo lavorazione dei prodotti agroalimentari. Si tratta di autorizzazioni che sono assolutamente necessarie per la tipologia industriale e che quindi sono garanzia di salubrità dei prodotti lavorati ed anche dell’ambiente circostante sul piano della prevenzione ad eventuali inquinamenti.
La norma violata
La normativa in vigore in materia prevede infatti per gli stabilimenti, al fine di evitare danni ambientali, la sussistenza di precisi requisiti volti ad ottenere le necessarie autorizzazioni propedeutiche alla vigilanza sui limiti quali-quantitativi degli inquinanti scaricati dalle industrie. Al titolare dello stabilimento sono state inoltre contestate sanzioni amministrative per un ammontare complessivo di 12 mila euro, oltre alla sospensione dell’attività.
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