E’ trascorsa una settimana dall’inferno del mercatino di Gela, dove lo scoppio di due bombole di gas ha provocato il ferimento di 20 persone.
Oggi nel mercato si è tornati al lavoro con un pensiero ai protagonisti della tragedia.
Tra chi si da da fare fin dalle prime luci dell’alba, tra bancarelle, furgoni e scatoloni, c’è un uomo senegalese che tutti a Gela definiscono “eroe”.
Questa persona rischia però, dopo 16 anni di permanenza in Italia, di dover abbandonare il nostro Paese o di restarci ma da clandestino.
Lo spiega bene nella videointervista realizzata dal giornalista Jerry Italia per Today24.
L’uomo che si divide tra i mercati dell’Agrigentino e del Nisseno, lo scorso mercoledì si trovava a pochi metri dall’esplosione. Dopo il botto, non ha esitato ad aiutare una donna con i vestiti ed i capelli in fiamme.
Si è immediatamente diretto verso di lei, le ha tolto la maglia e le ha messo una pezza sul capo per spegnere le fiamme.
“Non ho pensato a niente – dice l’uomo a chi lo intervista – non ho pensato che poteva essere una cosa pericolosa, sono scattato verso quella donna e ho fatto quello che potevo”. Nel salvataggio il giovane ha riportato scottature alle mani, “non è niente – dice ancora – poteva andare peggio”.
Una storia, quella dell’eroe senegalese, comune a tanti. La fuga dal suo paese, l’attraversamento a piedi della Tunisia e poi il viaggio in barcone verso Lampedusa. Tanti suoi compagni non ce l’hanno fatta e lui li ricorda con commozione.
“Ringrazio Dio, nonostante io abbia avuto una vita dura”, continua.
La Procura di Caltanissetta ha notificato all’eroe senegalese il diniego alla richiesta di proroga del permesso di soggiorno. La causa è una condanna riportata per un fatto risalente al 2002, cioè quando per sbarcare il lunario e sopravvivere, l’uomo vendeva cd e dvd masterizzati. Oggi nella sua vita è tutto regolare, lavora con partita Iva e ha i documenti a posto, ma soprattutto non vuole lasciare l’Italia, dove ha trovato anche l’amore.
“A Gela le persone sono bravissime – dice – trovo sempre le porte aperte. Tutti sono pronti e disposti ad aiutarmi. Nessuno mi dice mai di ‘no’. Qui sono a casa mia”.
Anche se la legge prevede che gli stranieri che hanno riportato condanne non possono restare in Italia, il legale dell’uomo presenterà una richiesta del riconoscimento del permesso di soggiorno per atti di particolare valore civile.
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