Una lite degenera al comitato del Movimento 5 Stelle di Caltanissetta e finisce con una scazzottata e l’arrivo di una volante della polizia nella sede di corso Vittorio Emanuele.
L’accesa discussione sarebbe avvenuta tra un attivista e il coordinatore cittadino del M5S, Alberto Scalia. Ad avere la peggio è stato quest’ultimo, che ha riportato una ferita al sopracciglio ed è stato trasportato al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Elia dal 118. La lite sarebbe avvenuta per futili motivi.
Lo scontro tra Dc e Calenda
Lo scontro tra Carlo Calenda e Totò Cuffaro continua, e stavolta è stato più acceso del solito. Anzi, un faccia a faccia. Non con l’ex presidente della Regione direttamente, ma con un suo fedelissimo, il segretario della Dc in Sicilia Stefano Cirillo. I due si sono incrociati, come si può vedere nel video, a Palermo, durante la presentazione del libro del leader di Azione “Il Patto”. Quello tra i due è stato un vero e proprio duello verbale, e i momenti di tensione non sono mancati.
Le parole di Calenda
“Il caso di Cuffaro non è il caso di uno che forse ha fatto, è il caso di uno che è stato condannato in via definitiva per favoreggiamento dei mafiosi e in un Paese che non è un Paese del terzo mondo una persona del genere non ha la faccia di presentarsi in pubblico per il resto dei suoi giorni – afferma Calenda – non si rimette a fare politica perché se è così per favore non celebriamo Falcone e Borsellino come grandi eroi. Ce ne stiamo tutti in silenzio e diciamo che va bene tutto”.
“Uno che torna e dice, sì guarda io ho favorito i mafiosi, ma adesso ho 140mila voti… e tieniteli – dice alzandosi in piedi – Duecentomila… me ne fotto – continua Calenda -. In nessun Paese civile, in nessun posto come la Sicilia che ha avuto i morti che ha avuto, uno oserebbe dire ho 140mila voti. Tu non hai niente. Perché i voti sono liberi e non ti devi permettere, per dignità dei siciliani, di dire che controlli 200mila voti…non controlli un beato nulla, perché i voti sono dei cittadini”.
La dura replica di Cirillo
Dopo queste parole dal suo posto in sala si è alzato in piedi il segretario della Dc Cirillo, che ha duramente replicato: “Lei pensa che 200mila persone si facciano controllare? – dice rivolgendosi a Calenda – Lei offende l’intelligenza dei siciliani. Lei non può dire che si tratta di voti mafiosi. Si deve vergognare di quello che sta dicendo”.
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