Associazioni, studenti, rappresentanti dell’amministrazione comunale sono scesi in piazza questa mattina a Caltanissetta per dire no alla guerra in Ucraina. “Siamo qui per batterci per la difesa dei valori della pace in tutto il mondo e la lotta a ogni tipo di prevaricazione – ha detto la professoressa Marisa Sedita, presidente dell’associazione Dante Alighieri – se vogliamo difendere i valori per i quali fino ad ora ci siamo battuti l’unico modo è la soluzione diplomatica del conflitto.
Solidarietà al popolo ucraino
“È implicita la solidarietà al popolo ucraino, perché loro sono gli oppressi di fronte all’oppressore. Oggi è l’Ucraina domani potrebbe essere un altro Stato. Noi le ragioni alla base del conflitto non le vogliamo neanche sapere, vogliamo semplicemente che si risolva tutto diplomaticamente”.
“Raccolti 20mila euro per cibo, coperte e vestiti”
In provincia di Caltanissetta vivono una sessantina di immigrati ucraini ben radicati nel territorio. Questa mattina i nisseni hanno voluto far sentire forte la loro vicinanza a chi si trova ad affrontare il conflitto.
“La fondazione dei Lions nazionale – ha detto il notaio Giuseppe Pilato, intervenuto in rappresentanza dei Lions e in qualità di presidente emerito del distretto notarile di Caltanissetta – ha destinato la somma di 20mila euro, che ha già erogato, per l’acquisto di generi alimentari di vettovaglie, soprattutto coperte, abbigliamento, che sono stati già inviati alla frontiera tra ucraina e la Polonia nella quale si stanno convogliando la gran parte dei profughi ucraini. Ci stiamo preoccupando ovviamente più dell’aspetto umano che di quello bellico perché siamo convinti che prima o poi si arriverà a un accordo, a una soluzione diplomatica, nonostante stando alle vicende degli ultimi giorni, comprese quelle di stanotte, ci siano poche rassicurazioni. La cosa che più ci rattrista è stato vedere che ci sono bambini abbandonati, feriti, addirittura uccisi”.
“L’Italia sbaglia a mandare armi”
“Il fine dell’Ucraina – ha detto l’avvocato Totò Pecoraro dell’associazione Ligabue – deve essere quello di essere neutrale, né con i russi né con gli americani. Perché se si schiera da una parte o dall’altra sarà sempre una ‘polpetta’ da conquistare sia da parte dei russi che della Nato. Della cessione di armi da parte dell’Italia ne penso tutto il male possibile. Il nostro Stato purtroppo segue a ruota gli Stati Uniti perché fa parte della Nato, ha le basi militari americane, per cui l’unica cosa che si può fare è quella di manifestare, esprimere il pensiero dappertutto contro ogni tipo di guerra”.
Coldiretti, “Si svuotino gli arsenali, si colmino i granai”
Contro la guerra che fa perdere vite umane e mette in pericolo il futuro di una intera generazione nata dopo la caduta del muro di Berlino, i giovani agricoltori della Coldiretti hanno lasciato le campagne per scendere in piazza a sostegno dei colloqui di pace con trattori, mucche e campanacci in occasione dell’apertura della Fieragricola di Verona segnata dallo sconvolgimento del mercato mondiale del cibo con il rischio della perdita del lavoro, della stabilità economica ma anche delle forniture alimentari e dell’inflazione che aumenta povertà e fame in Italia e nel mondo. I rincari energetici spinti dal conflitto portano i costi di produzione nelle campagne ben oltre il livello della sostenibilità economica mettendo a rischio le aziende agricole, il carrello della spesa delle famiglie e l’indipendenza alimentare del Paese. I giovani della Coldiretti indossano i propri indumenti e strumenti di lavoro, dalla tuta e gli stivali di chi accudisce gli animali nelle stalle alle reti dei pescatori, fino alle tute degli apicoltori.
Numerosi i cartelli di protesta “Mettete i fiori nei vostri cannoni”, “Fermiamo la guerra dei prezzi”, “Si muore di bombe e fame” e “Svuotiamo gli arsenali e riempiamo i granai”, con le armi che sono tornate a sparare e i granai che sono svuotati con il rischio reale di scaffali deserti ma anche di speculazioni e carestie che nel passato hanno provocato tensioni sociali e politiche e flussi migratori. In piazza anche il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, assieme alla delegata dei giovani Coldiretti Veronica Barbati che veste un colbacco russo con il simbolo della pace, mentre le giovani indossano corone fatte con i fiori dei vivai italiani e accanto alle bandiere della Coldiretti sventolano quelle gialle e blu dell’Ucraina”.
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