Otto lavoratori in nero e irregolari sono stati scoperti tra locali e stabilimenti balneari del lungomare Federico II di Svevia a Gela, fulcro della movida della cittadina della provincia di Caltanissetta. In due casi c’è stata anche la chiusura temporanea di due locali. A portare avanti l’operazione sono stati i finanzieri della gruppo della guardia di finanza di Gela che hanno intensificato l’attività di controllo economico del territorio con interventi ispettivi in materia di lavoro nero.
Controlli mirati
I controlli eseguiti, mirati a riscontrare la corretta osservanza delle norme a tutela dei lavoratori, hanno consentito di individuare 4 lavoratori impiegati “in nero”, perché in assenza delle preventive comunicazioni obbligatorie di instaurazione del rapporto di lavoro, e altri 4 lavoratori irregolari, per i quali sono state riscontrate irregolarità amministrative sulla posizione contrattuale.
Individuati mentre erano al lavoro
I lavoratori sono stati sorpresi dalle fiamme gialle mentre prestavano la propria attività lavorativa in orario serale, come camerieri, addetti al banco bar e alla cucina, nei principali stabilimenti balneari del lungomare gelese, luogo di ritrovo della movida estiva locale. In due occasioni, i finanzieri hanno accertato la presenza di personale irregolare in misura superiore al 10 per cento di quello presente sul posto di lavoro. Alla luce di ciò, per i titolari è stato proposto e ottenuto il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale, oltre alle relative sanzioni amministrative.
Concorrenza dannosa e sleale per l’economia sana
“La guardia di finanza – si legge in una nota del comando provinciale – risulta fortemente impegnata nel contrasto del fenomeno dello sfruttamento della manodopera, oggetto di particolare attenzione anche da parte della locale autorità prefettizia, che, oltre a costituire un’insidiosa e assai dannosa forma di concorrenza sleale nei confronti degli operatori economici onesti e rispettosi della legalità, poiché ancorato a forme di evasione fiscale e contributiva, rappresenta principalmente un danno in capo ai lavoratori stessi”.
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