La Polizia di Stato di Gela ha tratto in arresto un trentasettenne, nella flagranza di reato, per detenzione di arma clandestina, droga, ingente quantità di denaro e ricettazione di innumerevoli reperti di interesse storico-archeologico.

L’operazione

L’uomo, già noto alle forze dell’ordine, è stato sottoposto a perquisizione dai poliziotti del Commissariato di P.S., nell’ambito di specifici servizi finalizzati alla prevenzione e repressione dei reati in materia di armi. In casa custodiva una carabina, calibro 22, compresa di caricatore, priva di marca e matricola; 182 cartucce di vario calibro, 49 involucri termosaldati di cocaina, per un peso complessivo di grammi 17.6, un pezzo di sostanza stupefacente del tipo hashish per un peso netto di grammi 6.8, un bilancino di precisione, un metal detector di colore blu, oltre un’ingente quantità di denaro contante, 12 mila euro, quale probabile provento dell’attività di spaccio.

I sequestri

I poliziotti hanno sequestrato anche diversi reperti archeologici: tra i quali 81 monete di diversi periodi storici, 5 anfore arcaiche, 1 coppa di origine ellenica e 1 sciabola antica, il tutto di grande valore. Per l’uomo è scattato immediatamente l’arresto per detenzione di arma clandestina, detenzione abusiva di munizioni, ricettazione di armi e munizioni e ricettazione di beni culturali. Il G.I.P., su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Gela che coordina le indagini, ha convalidato l’arresto.

La maxi operazione di Catania

Maxi operazione contro i traffici di droga gestiti da una vasta organizzazione con base a Catania ma ramificazioni a Palermo ed Enna e rapporti anche in Calabria. E’ stata chiamata “Fossa dei Leoni II” l’operazione che impegnato oltre 100 Carabinieri del Comando Provinciale di Catania, con il supporto dei reparti specializzati, per eseguire arrestiu e perquisizioni in quattro province, tre delle quali in Sicilia,un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale del Capoluogo etneo, a carico di 14 indagati, accusati a vario titolo di associazione finalizzata al traffico, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Si tratta delle Province di Catania, Palermo, ed Enna, nell’isola e della provincia di Cosenza.

L’indagine

L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania e condotta dai Carabinieri della Compagnia di Catania “Fontanarossa”, ha consentito di smantellare una fiorente piazza di spaccio situata lungo viale Grimaldi, nel quartiere Librino di Catania, conosciuta appunto come “Fossa dei Leoni” (per la sua struttura morfologica) e storicamente riconducibile al clan “Cappello”.

Crack, eroina e marijuana spacciati sotto sorveglianza

Emblematiche le contromisure utilizzate dai pushers per non essere sorpresi dalle forze dell’Ordine mentre garantivano il costante approvvigionamento di crack, cocaina e marijuana ai numerosi acquirenti.

Oltre infatti a suddividere le quotidiane attività di spaccio in turni, con prefiltraggio dei clienti, sia gli spacciatori che le vedette si erano inventati un vero e proprio “codice segreto” per individuare gli stupefacenti: “camicie” per la cocaina, “crackers” per il crack e “giubbotto” per la marijuana. In aggiunta, anche l’apposizione di vere e proprie “difese passive” nel luogo dello smercio di droga, una palazzina protetta da un portone abusivo, in ferro battuto e apribile solo dall’interno.

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