Finisce con una pronuncia di fallimento la storie di due aziende di Antonello Montante, l’ex leader di Confindustria Sicilia condannato a 14 anni in primo grado dal tribunale di Caltanissetta per corruzione, accesso abusivo ai sistemi informatici e rivelazione di segreti d’ufficio. A marzo inizierà il processo di appello per lui.
Montante era proprietario di due aziende che operavano nel settore della costruzione di ammortizzatori, la Msa e la Htm.
Come si legge sull’edizione odierna del Giornale di Sicilia, il pronunciamento del Tribunale di Asti è arrivato dopo una vertenza iniziata nel 2018. In attesa della nomina di un curatore fallimentare, sono al momento 56 gli operai che restano senza lavoro.
Le aziende producevano ad Asti e a Serradifalco, la cittadina d’origine di Montante.
La fabbrica di Serradifalco ha chiuso qualche mese fa, gli operai avevano anche pensato di creare una cooperativa per mandarla avanti e per rateizzare gli 800mila euro che le aziende di Montante devono al fisco. E’ quanto fa sapere Carlo Taormina, uno degli avvocati di Montante.
Dopo l’arresto di Montante la situazione nelle sue fabbriche era diventata difficile. La Msa di Serradifalco, che nei tempi d’oro fatturava oltre 40 milioni di euro, ed aveva tra i clienti anche Siemens, fu costretta ad avviare le procedure di licenziamento di 21 dipendenti. Ad un certo punto una cordata di imprenditori cinesi aveva manifestato interesse ad acquisirla ma poi il progetto era naufragato miseramente.
La Msa di Asti invece, aveva dovuto assistere impotente prima alla mancanza di liquidità e poi alla riduzione delle commesse. Stessa situazione per la Htm.
Per i lavoratori rimasti adesso in attesa di sapere cosa sarà di loro i sindacati dei metalmeccanici avevano chiesto in un primo momento la cassa integrazione.
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