Caltanissetta

Depistaggio Borsellino, Presidenza del Consiglio e Viminale citati nel processo

Il Gup di Caltanissetta, David Salvucci, ha accolto la richiesta dei figli del giudice Paolo Borsellino, Manfredi, Fiammetta e Lucia, di citare la Presidenza del Consiglio e il Viminale come responsabili civili nel processo per depistaggio sulle indagini della strage di via D’Amelio. I tre figli, rappresentati dagli avvocati Fabio Trizzino e Vincenzo Greco, sono anche parte civile nel procedimento. La richiesta è stata avanzata nell’ambito del processo che vede imputati quattro ex agenti del gruppo investigativo “Falcone Borsellino”.

Ex agenti di Polizia sotto accusa

Gli ex agenti Giuseppe Di Gangi, Vincenzo Maniscaldi, Angelo Tedesco e Maurizio Zerilli sono accusati di depistaggio per aver, secondo l’accusa, rilasciato false dichiarazioni durante il processo di primo grado sul depistaggio della strage. I quattro, difesi dagli avvocati Giuseppe Panepinto e Giuseppe Seminara, sono accusati di aver deposto il falso come testimoni. Il processo si concentra sulle indagini successive alla strage di via D’Amelio, in cui Paolo Borsellino perse la vita insieme alla sua scorta.

Rigettate le richieste di altri legali

Il Gup ha rigettato le richieste simili presentate da altri legali, tra cui quelle di Antonio Vullo, unico sopravvissuto alla strage, e di Salvatore Borsellino, fratello del giudice. Il rigetto sarebbe dovuto a questioni formali legate alla nuova normativa introdotta dalla legge Cartabia. Questo non è il primo tentativo da parte dei figli di Borsellino di citare le istituzioni come responsabili civili. Una richiesta analoga era già stata presentata nel 2018, durante l’udienza preliminare del processo a carico di altri tre poliziotti, Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, poi conclusosi con la prescrizione del reato di calunnia aggravata.

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Le accuse della Procura

La Procura di Caltanissetta ha già chiesto il rinvio a giudizio per i quattro ex agenti. Secondo l’accusa, Di Gangi non sarebbe stato sincero nelle sue dichiarazioni, Maniscaldi non avrebbe saputo giustificare la mancata registrazione di due conversazioni telefoniche intercettate, mentre Tedesco e Zerilli avrebbero pronunciato rispettivamente oltre cento e centoventuno “non ricordo” durante le loro testimonianze. La prossima udienza è fissata per il 7 novembre, durante la quale il pm Maurizio Bonaccorso prenderà la parola per la discussione.

“Un atto dovuto”

Durante l’udienza di luglio, l’avvocato Trizzino, legale dei figli di Borsellino, aveva definito la richiesta di citare Presidenza del Consiglio e Viminale come responsabili civili “un semplice atto dovuto privo di qualunque implicazione politica”. Aveva inoltre ringraziato il Governo per aver dato parola ai figli del giudice in sede di Commissione Nazionale Antimafia.

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