Tutti assolti e un’unica condanna per i presunti corsi truccati all’istituto penale minorile di Caltanissetta. Inflitti 2 anni e 8 mesi ad Alfonsa, detta Nuccia, Micciché, ex direttrice dell’Ipm per la quale il pm Simona Russo aveva chiesto 5 anni. Micciché, difesa dagli avvocati Raffaele e Riccardo Palermo, è stata condannata per il solo reato di istigazione alla corruzione mentre è stata assolta per i reati di associazione a delinquere, corruzione, abuso in atti d’ufficio e induzione indebita.
In buona sostanza crolla il castello accusatorio secondo il quale era stata messa in piedi una vera e propria associazione a delinquere, dedita alla corruzione, e finalizzata a truccare i progetti di formazione professionale per i minori detenuti all’interno del carcere minorile nisseno.
Il tribunale presieduto da Francesco D’Arrigo, a latere Nicoletta Frasca e Maria Vittoria Valentino, ha assolto Federica Fiorenza, figlia di Nuccia Micciché, per la quale il pm aveva chiesto 2 anni, Giuseppe Focaccio, presidente della Onlus L’Araba Fenice, per il quale erano stati chiesti 4 anni, Gaetana Rosaria Migali, dipendente della stessa Onlus, per la quale erano stati chiesti 3 anni e 6 mesi. Assolti, così come chiesto dal pm, l’altro figlio di Nuccia Micciché, Fabrizio Fiorenza, il genero Emiliano Longo, l’amministratore unico dell’associazione “Iopervoiperio” William Di Noto e il legale rappresentante del centro servizi formativi Enaip Salvatore D’Antoni.
A difenderli gli avvocati Rudy Maira, Giacomo Butera, Walter Tesauro, Davide Anzalone, Diego Giarratana, Federica La Verde e Carlo Petitto.
Rigettata la richiesta di risarcimento danni dalla Cgil che si era costituita parte civile. L’indagine affidata ai carabinieri aveva ipotizzato l’esistenza di almeno quattro corsi professionali affidati a strutture ritenute compiacenti, per pizzaiolo o di qualificazione per il mondo dei cavalli, destinati ai giovani reclusi dell’istituto per minorenni e organizzati tra il 2013 a fino a poco prima che scattasse il blitz, nel 2015.