La Direzione Investigativa Antimafia di Caltanissetta ha eseguito la confisca di beni per un valore di 350 mila euro nei confronti di un soggetto ritenuto vicino a cosa nostra nissena. Il provvedimento ablativo è stato disposto dal Tribunale di Caltanissetta – Sezione Misure di Prevenzione.
Il soggetto coinvolto
La confisca ha riguardato due proprietà immobiliari nella disponibilità dell’uomo, un cittadino nisseno con precedenti penali per reati gravi come porto abusivo di armi, minacce, associazione per traffico di droga, usura, truffa, riciclaggio e ricettazione.
Gli obiettivi dell’operazione
L’operazione nasce da una proposta della DIA per individuare e aggredire i patrimoni illeciti riconducibili alla criminalità organizzata o a soggetti ad essa vicini, il cui tenore di vita non è giustificato dai redditi dichiarati. L’emergenza Covid-19 ha ulteriormente incentivato questo tipo di attività per prevenire l’incremento del fenomeno usuraio.
Il risultato odierno si inserisce nelle attività istituzionali della DIA per colpire le ricchezze accumulate illecitamente, a tutela dell’economia sana del Paese. Un duro colpo inferto dalle forze dell’ordine alla criminalità organizzata nissena, attraverso il sequestro di beni mobili e immobili frutto di losche attività. La confisca segue indagini patrimoniali della DIA che hanno dimostrato la sproporzione tra i beni nella disponibilità del soggetto vicino a Cosa Nostra e i redditi dichiarati. Un segnale forte della presenza dello Stato sul territorio contro ogni forma di illegalità. La lotta alle mafie passa anche attraverso il sequestro dei patrimoni accumulati con profitti illeciti, per restituire alla comunità ciò che è stato sottratto.
La Dia sequestra beni archeologici a uomo vicino al boss Messina Denaro
Svariate anfore di epoca tardo romana ed un basamento di marmo riproducente scene mitologiche scolpite su tutti i lati, di età ellenistico-romana, tutti ritenuti di ingente valore, sono stati sequestrati dalla Dia (Direzione Investigativa Antimafia) che ha eseguito un decreto di confisca di prevenzione emessa dal Tribunale di Trapani.
I beni sequestrati appartengono ad un trafficante internazionale di opere d’arte, indicato dagli investigatori come collegato al boss Matteo Messina Denaro. Si tratta di Giovanni Franco Becchina, 85 anni, di Castelvetrano.
L’uomo è stato già indagato in passato ma l’inchiesta è stata archiviata
Becchina entra e esce da vicende giudiziarie legate a Matteo Messina Denaro ormai da anni. Indagato – inchiesta poi archiviata – per un progetto di furto del Satiro Danzante, ora custodito a Mazara del Vallo, che lo vedeva come mandante, è stato poi accusato di aver finanziato la latitanza del capomafia suo compaesano: entrambi sono nati a Castelvetrano.
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