Una denuncia pesante, fatta dal WWF, su l’emergenza combattimenti tra cani nel territorio nisseno.
Lo spunto, però viene da un recente fatto di cronaca che ha visto protagonista un cane trovato ormai morto. Sul corpo, afferma sempre il WWF, tracce di sevizie e bruciature. L’animale, stante quanto riportato dal WWF, è stato trovato alcuni giorni addietro nei pressi di alcuni contenitori della spazzatura. Ignoto l’autore del tremendo gesto. Per il WWF non può che trattarsi di un ignobile delinquente ma il grave episodio si inquadra con quello più ampio dei maltrattamenti ed in particolare sui combattimenti tra cani.
Le cause dei maltrattamenti in generale, afferma sempre il WWF, sarebbero da ricercare un un’allarmante arretratezza culturale che coinvolge ampie fasce sociali. Persone che considerano gli animali come oggetti. Maltrattamenti riscontrati soventi dalle Guardie zoofile del WWF e che spaziano dagli animali tenuti perennemente a catena corta, altri lasciati senza acqua, cibo e in condizioni igieniche pessime. Vi sono poi i ripari di fortuna come bidoni di metallo o baracche fatiscenti; totale assenza di cure ed assistenza anche minima; tutti i parametri minimi di benessere palesemente violati ecc. Per non parlare, poi, del quotidiano abbandono di intere cucciolate. Cittadini senza scrupoli, infatti, non sterilizzano i propri animali nè controllano il loro ciclo riproduttivo, per cui tutte le nascite “indesiderate” dei cuccioli si trasformano in occasioni di abbandono e, quindi, di incremento del randagismo. Sono numerose, inoltre, le comunicazioni di reato che le Guardie WWF ogni anno trasmettono alla Procura della Repubblica di Caltanissetta per i reati di maltrattamento, avvelenamento, abbandono, detenzione incompatibile ed uccisione di animali.
Ma il fenomeno legato ai maltrattamenti degli animali che a Caltanissetta preoccupa di più, e che negli ultimi anni registra una vera e propria escalation, è quello dei combattimenti clandestini fra cani che sarebbe gestito anche da giovani ed “insospettabili” nisseni. In certi quartieri della città, sarebbero decine i cani appartenenti a razze tradizionalmente usate per i combattimenti (pitbull, dogo, ecc.) allevati spesso in garage o case diroccate da giovani e giovanissimi “appassionati” che enfatizzano e stimolano l’aggressività di questi animali, gravitando in questo circuito criminale. Non è raro, in centro storico, imbattersi in tanti di questi giovani che esibiscono con spavalderia il proprio cane, spesso con orecchie e code mozze (assolutamente vietate dalle normative nazionali) e senza museruola.
Secondo le indagini delle Guardie Zoofile WWF, questo rappresenta un evidente segnale che a Caltanissetta la rete di individui coinvolti anche solo per le attività “marginali” di allevamento o custodia occasionale di cani da combattimento, nonché di scommettitori e assidui frequentatori degli incontri di lotta, è una realtà criminale estremamente diffusa ed in preoccupante crescita. Non a caso, già nel marzo del 2015, una troupe di Striscia la Notizia guidata dal noto inviato Edoardo Stoppa ed accompagnata anche dalle Guardie WWF, aveva effettuato un reportage sul fenomeno delle lotte clandestine fra cani a Caltanissetta; in contemporanea, i Carabinieri del Nucleo Operativo effettuavano due blitz in altrettanti allevamenti-lager, procedendo al sequestro penale di diversi esemplari di molossi, tra cui un paio di cuccioli, probabilmente utilizzati per i combattimenti clandestini.
Per tutti questi motivi, il Presidente del WWF Sicilia Centrale, Ennio Bonfanti, rivolge un appello al Prefetto di Caltanissetta, Maria Teresa Cucinotta, per chiedere un urgente incontro su queste tematiche e proporre subito un coordinamento delle Forze di Polizia per la prevenzione e repressione dei reati contro gli animali. “Occorre insistere sulla strada della prevenzione e della repressione – dichiara Bonfanti – dei maltrattamenti e delle attività criminali legate allo sfruttamento degli animali: chiediamo che si concertino tra Forze dell’Ordine, Guardie Zoofile, Enti locali e servizi veterinari ASP un vero e proprio piano di contrasto e repressione ed interventi efficaci di lotta alla zoomafia”.