La Polizia di Caltanissetta ha eseguito 18 ordinanze di custodia cautelare personali, 12 in carcere e 6 agli arresti domiciliari, disposte dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Caltanissetta, per associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
I nomi degli arrestati
Questi gli arrestati dalla polizia nell’ambito dell’inchiesta su un traffico di migranti tra Tunisia e Italia: Giovanni Bartoluccio; Gaetano Vigna; Maurizio Ticli; Mounir Ben Said Garbi; Saber Toumi; Bakri Rahman Abdelahafiz Farag; Sarra Khaterchi e Akrem Toumi. Per loro è stata decisa la custodia cautelare in carcere. I domiciliari sono stati disposti per Giuseppe e Salvatore Militello, Franco Reale e Giacomo Rinaudo. Gli altri indagati sono irreperibili.
Capo banda era un tunisino già condannato
A capo della rete criminale c’era Akrem Toumi. “Lo sai con chi stai parlando? Io sono Akrem figlio di Beya il piu’ grande trafficante tra Tunisi e l’Italia” diceva non sapendo di essere intercettato. Era lui il punto di riferimento della banda che organizzava viaggi veloci di centinaia di migranti dalla Sicilia alla Tunisia scoperta dalla polizia di Caltanissetta. Akrem aveva come principale complice la fidanzata Sarra Khaterchi. Il tunisino è già stato arrestato e condannato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina nell’ambito di una indagine della Procura di Palermo ed era agli arresti domiciliari. Ma nonostante cio’ continuava a organizzare le
traversate.
Ad Akrem la Procura contesta il ruolo di promotore, organizzatore e capo. “Si occupava di pianificare tutti gli aspetti della traversata da effettuare – scrive il gip nella misura cautelare – e tra questi quello di reperire scafisti che lo avrebbero aiutato nella conduzione dell’imbarcazione” . “I latitanti li faccio uscire pagando 15 milioni a testa (di soldi tunisini)’, spiegava a un amico svelando che alcuni dei
migranti fatti arrivare in Italia erano ricercati in Tunisia. La banda usava per i viaggi potenti motoscafi che, partendo dalle coste italiane, andavano a prendere i migranti in Tunisia bypassando le navi italiane impegnate nei pattugliamenti del mare e quelle delle ONG.
Un viaggio costava tra 3000 e i 5000 euro
Sono stati 120 i poliziotti della Squadra Mobile di Caltanissetta, del Commissariato di P.S. di Niscemi, del Reparto Prevenzione Crimine e Unità Cinofile e del Reparto Volo di Palermo impegnati nell’operazione dalle prime luci dell’alba. L’associazione per delinquere, promossa dai due tunisini, con vari punti strategici dislocati in più centri siciliani, avrebbe impiegato piccole imbarcazioni, munite di potenti motori fuoribordo e condotte da esperti scafisti, che avrebbero operato nel braccio di mare tra la Tunisia e le province di Caltanissetta, Trapani e Agrigento, raggiungendo in poco tempo le coste italiane con il “carico” di migranti. Il prezzo pro-capite, pagato in contanti in Tunisia prima della partenza, si sarebbe aggirato tra i 3000 e i 5000 euro; il presunto profitto dell’organizzazione criminale, quindi, si attesterebbe tra i 30.000 e i 70.000 euro per ogni viaggio.
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