“Con grande sorpresa, questa mattina, apprendiamo che la presentazione del libro “Cuffaro tutta un’altra storia. La verità sul processo al presidente dei siciliani”del giornalista romano Simone Nastasi, in programma questa sera a Niscemi è stata annullata e posticipata a una nuova data”.
Lo rende noto la casa editrice Bonfirraro che aveva programmato la presentazione e organizzato tutto ma si è vista annullare all’ultimo istante la presentazione. Il libro rilegge il Caso Cuffaro perché il giornalista Simone Nastasi ha voluto scavare a fondo su un processo dove sono tanti, infatti, ancora i dubbi che sorgono proprio dalla lettura degli atti processuali, dai quali emergono immediatamente alcuni dei maggiori interrogativi: “Totò Cuffaro è veramente colpevole di aver favorito la mafia? E, soprattutto, qual è la verità sul processo dell’ex presidente della Regione Siciliana?”.
“Mi sento molto amareggiato e indignato – dice l’editore Salvo Bonfirraro – per quello che leggo sui social a proposito dell’annullamento di questo evento culturale, perché di evento culturale si tratta, al quale avevano dato la propria adesione centinaia di niscemesi che avrebbero potuto, certamente, farsi un’opinione più corretta sulla vicenda giudiziaria di Cuffaro, che avrebbe potuto riguardare un cittadino qualunque, dalla viva voce di un giornalista che ha dedicato del tempo e del lavoro alla ricerca di una verità che può emergere, solo, dalla lettura corretta delle migliaia di carte processuali”.
“Sintetizzare, poi, in un libro di 200 pagine – aggiunge – il tutto e restituire una verità diversa, da quella che raccontano certi giornali, non è stato semplice, ma è la verità, quella vera, che emerge dalle carte processuali e non dalle convinzioni personali di giornalisti o sedicenti tali che scrivono perché di parte, solo per discreditare il personaggio, e/o per ordini ricevuti, a volte anche senza conoscere di cosa si parla. Rimango convinto che il lavoro di Nastasi, riconosciuto e apprezzato dalla stampa nazionale, quella libera, è un lavoro che va letto per renderci conto di quanto siano diverse le verità che possiamo trovare nelle sentenze di condanna, che si rispettano e non si giudicano, ma che possono essere discusse, per fortuna, in un Paese nel quale, ancora, siamo in democrazia. E non accetto che schieramenti politici, di qualsiasi parte, possano strumentalizzare il nostro lavoro che facciamo con sacrificio, impegno e passione, mettendoci la faccia e investendo risorse economiche proprie, per dare un’informazione corretta e obiettiva su molti casi giudiziari restituendo alla collettività, attraverso il nostro impegno, quella informazione corretta e trasparente che non appartiene certamente a questi schieramenti, i cui membri si ergono a paladini della legalità commettendo, per primi, un atto di illegalità negando la libertà di informazione”.
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