Il viadotto Morandi di Agrigento, costruito negli anni ’70 sullo sfondo della Valle dei templi e attualmente chiuso per la precarietà dei suoi piloni, deve essere abbattuto: è l’appello lanciato oggi in occasione di Tourisma, il salone internazionale dell’archeologia e dei beni culturali di Firenze, da Sebastiano Tusa, assessore ai beni culturali della Regione Sicilia, dal critico d’arte Vittorio Sgarbi e dal presidente del Fai Andrea Carandini.
“E’ un tema importante che riguarda l’integrità del paesaggio siciliano e la violenza che ha patito – ha affermato Sgarbi -. Il viadotto è dello stesso autore del ponte di Genova, un simbolo di disegno industriale e di architettura tanto che si era pensato di non buttare via i due tronconi: ma quello di Agrigento è un’insensatezza in nome della modernità, del traffico, e contro l’integrità della Valle dei templi”.
Per il critico l’onda emotiva della tragedia del 14 agosto scorso a Genova potrebbe favorire la demolizione del viadotto: “Se per una qualche ragione c’è il rischio che caschi – ha detto ancora – e quindi per questa preoccupazione nessuno discuterebbe il suo abbattimento, perché le ragioni pratiche sarebbero subordinate alle ragioni della salvaguardia della propria sicurezza, forse allora questa posizione retorica potrebbe essere usata”.
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