E’ stata soffocata con un cuscino dopo che era stata picchiata. Ad accertare le cause della morte di Ilenia Bonanno, 45 anni, uccisa dal marito, Daniele Gallo Cassarino di 47, che si è poi suicidato, è stata l’autopsia effettuata, alla camera mortuaria dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, dal medico legale Alberto Alongi.
L’omicidio-suicidio è avvenuto nella notte fra mercoledì e giovedì scorsi in un appartamento del quartiere di Fontanelle. L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Salvatore Vella e dal pm di turno Cecilia Baravelli. Il medico legale, sul corpo della donna, mamma di due figli, ha anche trovato delle lesioni: la donna dunque è stata picchiata. A ritrovare i corpi della coppia, che non rispondeva al telefono, giovedì mattina è stato il figlio.
L’uomo, che soffriva di una forte depressione e risultava essere in cura, è stato trovato impiccato alla porta della camera da letto. Delle indagini si sta occupando la Squadra Mobile della Questura di Agrigento che ha sentito familiari e vicini di casa per stabilire quali effettivamente fossero i rapporti fra marito e moglie.
“Uccisa come un animale”
Duro il commento dell’associazione Queer Agrigento per quanto accaduto. “Ilenia Bonanno, uccisa come un animale dal marito che poi si è impiccato – si legge in una nota -, a pochi metri da dove nell’aprile del 2015 anche Patrizia Moscato venne assassinata. I vicini hanno sentito il litigio ma si sono ben guardati dal denunciare o dal chiamare le forze dell’ordine. In quella che dovrebbe essere la capitale della cultura ma nella quale il princìpio di voltare la testa dall’altra parte è ancora ben radicato. Vogliamo educazione sentimentale e sessuale nelle scuole, vogliamo che venga divulgata la cultura del consenso. Vogliamo che l’assistenza alla salute mentale venga potenziata e resa accessibile a chiunque e in qualunque orario. Vogliamo un monitoraggio continuo e costante delle zone più a rischio. Siamo stanche di piangere per le vittime, vogliamo prevenzione e giustizia, non funerali!”.
Lui si trascinava una depressione
Stando alle prime testimonianze, che comunque devono trovare ulteriore riscontro, pare che l’uomo avesse una forte depressione. Tanto che pare fosse in cura da uno specialista. Ci sarebbe stato per lui anche qualche problema sul posto di lavoro e si era licenziato. La donna invece lavorava in un’attività commerciale. Stando sempre ai racconti dei vicini il 47enne e la moglie avrebbero avuto una lite. Le grida sarebbero state sentite dalla strada. A chiamare la polizia è stato il figlio della coppia che si era allarmato perché nessuno dei genitori rispondeva al telefono. Il giovane è andato nell’abitazione per controllare ed ha fatto la drammatica scoperta.
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