Detenuto contagia la tubercolosi a un agente della polizia penitenziaria. Emerge anche questo durante un sit-in di protesta, organizzato dalla polizia penitenziaria, davanti al carcere “Di Lorenzo” di Agrigento.

“Abbiamo scoperto il 14 febbraio che avevamo, all’interno dell’istituto, un detenuto malato di tubercolosi. Noi poliziotti non sapevamo che fosse malato”, ha spiegato l’ispettore della polizia Penitenziaria Salvatore Gallo Cassarino della Cisl.

“Questa presenza ha fatto sì che un collega si ammalasse di tubercolosi. Adesso, l’amministrazione, a distanza di due mesi, sta cercando di ricostruire gli spostamenti del detenuto per sottoporre gli agenti della polizia Penitenziaria al test di Mantoux. Ma alle famiglie dei poliziotti – ha concluso l’ispettore – questo test chi lo fa?”.

Da tempo gli agenti della polizia penitenziaria siciliani protestano e manifestano per chiedere migliori condizioni lavorative.

E’ stato attivato il protocollo sanitario relativo ai casi di tubercolosi. Lo garantiscono fonti vicine all’amministrazione del carcere “Di Lorenzo” di Agrigento dove si trovava recluso un detenuto affetto dalla malattia, ora trasferito. Le stesse fonti spiegano che il detenuto non si muoveva liberamente all’interno della struttura, ma dalla cella raggiungeva, attraverso corridoi, la zona dell’ora d’aria e la sala colloqui”. Al carcere, in questi giorni, si sta effettuando lo screening su tutti i poliziotti della Penitenziaria che possono essere venuti in contatto con il detenuto ammalato e, per ognuno di loro, verrà attivata la relativa profilassi. Anche l’Asp di Agrigento sta monitorando la situazione del carcere.

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