Ritrovati a breve lasso di tempo dai vigili del fuoco i due corpi degli ultimi due dispersi dall’esplosione di Ravanusa che mancavano all’appello. I cadaveri di Calogero Carmina e del figlio Giuseppe, sono stati individuati uno vicino all’altro. Il padre era stato trovato poco prima nel garage del palazzo di 4 piani crollato per l’esplosione.
Il cordoglio e la vicinanza di Papa Francesco
“A seguito del drammatico crollo di alcuni edifici nella città di Ravanusa, causato da una devastante esplosione”, il Papa, con un telegramma a firma del cardinale Pietro Parolin, segretario, invia “ai congiunti dei defunti l’espressione del suo cordoglio e sentimenti di intensa partecipazione al dolore dell’intera popolazione”. Il Pontefice, “che porta nel cuore la sofferenza di tante persone, causata anche dagli ingenti danni che gravano su molti”, manifesta “la sua accorata vicinanza, assicurando in particolare la sua preghiera di suffragio per le vittime”, e “apprezzamento per quanti si sono prodigati nelle operazioni di soccorso”.
Nel messaggio, trasmesso all’arcivescovo di Agrigento monsignor Alessandro Damiano, il Papa Francesco esprime apprezzamento anche “per la colletta straordinaria promossa da codesta Arcidiocesi in favore della comunità ravanusana”.
“Sua Santità – conclude il telegramma – invoca da Dio, per intercessione della Vergine Maria, consolatrice degli afflitti, il conforto per quanti soffrono le conseguenze del grave disastro e invia la benedizione apostolica”.
Sciacalli in azione
Sciacalli in azione mentre sono andate avanti tutta la notte le ricerche da parte dei vigili del fuoco dei dispersi intrappolati sotto le macerie delle palazzine esplose per una fuga di gas metano nel centro storico di Ravanusa, in provincia di Agrigento. Ai tre cadaveri estratti nelle ore successive al crollo (due donne e un uomo), la notte scorsa si è aggiunta l’individuazione di altri quattro corpi sotto le macerie della palazzina di quattro piani venuta giù. Sale dunque a sette il bilancio provvisorio.
False raccolte fondi
Due ancora i dispersi, Calogero e Giuseppe Carmina, padre e figlio; due le donne rimaste ferite e ricoverate in ospedale a Licata e Agrigento con traumi e fratture. Cento gli sfollati che hanno dovuto lasciare le loro abitazioni. Ma la tragedia che ha colpito il paese agrigentino non ferma gli sciacalli. Gente senza scrupoli, che non si ferma davanti a nulla e organizzano falsa raccolta fondi.
A lanciare il monito su Facebook è il sindaco di Canicattì Vincenzo Corbo. “Girano voci incontrollate di varie raccolte fondi per la tragedia che si è verificata a Ravanusa anche su WhatsApp – scrive sui social il primo cittadino -. Non ho autorizzato nessun tipo di raccolta in denaro, i pasti caldi portati fin dal primo pomeriggio per rifocillare tutto il personale impiegato per la ricerca dei dispersi sono stati donati dalle varie attività presenti in città, che generosamente si sono da subito prodigati accogliendo il mio invito, oltre alle tante coperte raccolte dai Volontari. A loro va il mio enorme grazie!. Il tutto è partito da Largo Aosta da me personalmente seguito, coordinato e consegnato insieme al personale della Protezione Civile, dai Vigili Urbani e dai tanti Volontari”.
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