Tornano a vivere in Sicilia i Borghi rurali degli anni Quaranta. Lo ha deciso il governo regionale che ha stanziato circa quattordici milioni di euro per riqualificare e valorizzare il Borgo Lupo, in provincia di Catania, il Borgo Bonsignore, nell’Agrigentino ed il Borgo Borzellino, in provincia di Palermo.
Sono tre degli otto borghi costruiti, su decisione del governo italiano, dall’Ente per la colonizzazione del latifondo siciliano tra il 1939 ed il 1943, passati all’Eras e poi all’Esa, ormai in condizioni di quasi abbandono. I finanziamenti sono coperti dalle risorse che provengono da un Fondo speciale, istituito presso l’assessorato regionale ai Beni culturali.
Nello specifico, per il recupero di Borgo Lupo vengono destinati cinque milioni e 775mila euro; ai lavori di riqualificazione di Borgo Bonsignore è destinata la somma di due milioni e cinquecentomila euro; nel Borgo Borzellino, infine, sono stati stanziati cinque milioni e cinquecentomila euro.
«Con questa iniziativa – afferma il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci – raggiungiamo due obiettivi: anzitutto, il recupero di uno straordinario patrimonio di architettura rurale appartenente alla storia contadina della nostra Isola e che rischia di scomparire del tutto; e la restituzione a territori poveri dell’entroterra di tre strutture da destinare ad attività compatibili col contesto, a cominciare dall’agriturismo o dal turismo rurale. I Borghi furono elementi centrali di un processo di trasformazione del mondo agricolo e oggi, per la loro ubicazione, per la loro concezione urbanistica e per le loro architetture, rappresentano una testimonianza storica e culturale unica. Insomma, i lavori che abbiamo finanziato mirano a riqualificare e valorizzare queste aree rendendole disponibili ad ospitare strutture e iniziative che possano rivitalizzare e promuovere il territorio attraverso la creazione di centri per la conoscenza, la sperimentazione e la divulgazione di antiche lavorazioni e tradizioni contadine, associate a servizi di fruizione turistico-culturale. Il tutto con un’attenzione particolare alla sostenibilità e all’ambiente».
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