Un giovane cittadino russo potrà studiare in Italia e specializzarsi frequentando un corso di enogastronomia in Sicilia. Lo ha deciso il Tar Lazio che ha accolto un ricorso presentato dallo studente assistito dagli avvocati Santo Botta e Giacomo Cortese.
Lo studente russo aveva ottenuto il diploma di istruzione superiore in Russia e dopo aver frequentato un corso di cucina a Mosca, aveva deciso di perfezionare le competenze acquisite frequentando il corso per adulti in enogastronomia proposto dall’Istituto Tecnico e Professionale “Calogero Amato Vetrano” di Sciacca, in provincia di Agrigento.
Lo scorso 31 agosto 2021 aveva presentato al consolato di Mosca la richiesta di visto d’ingresso sul territorio nazionale per motivi di studio, allegando la documentazione necessaria per comprovare la sussistenza dei requisiti previsti dalle vigenti disposizioni.
Il 20 ottobre dello stesso anno il Consolato d’Italia a Mosca negava il visto d’ingresso poiché, secondo il Consolato, “l’accesso alla scuola italiana secondaria non si configura come un corso superiore di studio ed inoltre, nel programma scolastico in questione, non si rileva coerenza con la formazione … acquisita in Russia, né rispondenza con le sue effettive esigenze formative e culturali”.
Lo studente presentava ricorso al Tar del Lazio. Si costituiva il ministero degli Esteri e della Cooperazione. I giudici amministrativi di primo grado respingevano la richiesta di sospensiva. La decisione passava ai giudici del consiglio di Stato che invece accoglieva l’appello e annullavano la decisione del Tar.
Nel merito infine ha ritenuto legittime le tesi degli avvocati Botta e Cortese, e concedendo di fatto il visto per motivi di studio e condannando il Ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale al pagamento delle spese giudiziali.
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