E’ stata chiamata “la giornata della memoria e dell’accoglienza”. Si celebra ogni anno per ricordare quel 3 ottobre del 2013 quando 368 persone morirono in mare in un naufragio al largo di Lampedusa. Da oggi sino al 3 ottobre, in occasione del quinto anniversario della strage, il comitato “Tre Ottobre” torna nelle Pelagie per commemorare “tutti i migranti morti nel tentativo di raggiungere l’Europa, ma soprattutto per sensibilizzare la società civile e le istituzioni sui temi legati alle migrazioni”.
L’iniziativa, promossa con il sostegno del Comune di Lampedusa e Linosa e Rai-Radiotelevisione Italiana, con il contributo
dell’associazione nazionale vittime civili di guerra, e finanziata dall’Agenzia dell’Onu per i rifugiati, riunirà
studenti, insegnanti, rifugiati, associazioni e organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti umani.
La prima giornata si apre con l’accoglienza di studenti e insegnanti provenienti da tutta Italia e con la visita al “Museo della fiducia e del dialogo per il Mediterraneo”. Domani i ragazzi andranno nell’istituto omnicomprensivo Luigi Pirandello, per una giornata di laboratori all’insegna dello scambio e della conoscenza reciproca. In primo piano anche le storie di vita, raccontate dagli stessi rifugiati e migranti sopravvissuti al naufragio.
Seguirà una tavola rotonda alla quale parteciperanno il sindaco di Lampedusa, Salvatore Martello, e diversi esperti del
settore. La giornata si concluderà con un concerto dell’artista italo-francese Sandro Joyeux.
Il 3 ottobre, si svolgerà la marcia verso la Porta d’Europa, accompagnata da un momento di raccoglimento e da una cerimonia di commemorazione in mare.
“Tre giorni di informazione, sensibilizzazione, incontro e confronto per riflettere insieme su una tematica sempre attuale, spesso oggetto di strumentalizzazioni e semplificazioni propagandistiche – affermano i promotori – Nonostante la drastica riduzione degli sbarchi sulle coste italiane negli ultimi mesi dopo gli accordi con la Guardia Costiera libica, da gennaio ad oggi, sono morte nel mar Mediterraneo oltre 1.700 persone (fonte Oim)”.
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