Le barricate e l’assetto difensivo, certe volte, servono. Ne sa qualcosa la capolista Lecce, fermata in casa dall’Akragas sullo 0 a 0, in una partita dominata dai salentini. Akragas che fa un grosso favore al Catania e alle altre inseguitrici, ma anche a se stesso, perchè un punto su un campo così difficile fa bene alla classifica e al morale.
Partita a senso unico, con i leccesi costantemente in assedio della porta agrigentina sia nel primo, che nel secondo tempo quando, da segnalare, c’è la clamorosa traversa colpita da Mancosu. L’akragas, anche con un pizzico di fortuna, si salva e porta a casa un pareggio davvero molto importante.
Pareggio per 0 a 0, ma questa volta con animo totalmente diverso, per la Leonzio al suo esordio allo stadio Massimino di Catania. Lentinesi che possono e devono recriminare per aver sprecato, anche con la complicità dell’arbitro, un’occasione clamorosa
Incredibile, infatti, quello che succede al Massimino. L’arbitro assegna un rigore, sacrosanto, alla Leonzio per fallo su Squillace. Sul dischetto Bollino che, invece di tirare verso la porta, serve all’indietro Arcidiacono che realizza. Uno schema utilizzato qualche mese fa dal Barcellona di Messi. L’arbitro inizialmente convalida il gol, poi accerchiato dai giocatori stabiesi annulla per un presunto fuorigioco che, in realtà, non ha senso di esistere se è vero che il numero 7 lentinese non poteva essere avanti al suo compagno al momento della battuta.
Leonzio stordita dalla decisione dell’arbitro che, a livello psicologico, condiziona tutta la gara. Un punto amaro, in questo caso, per la formazione di Rigoli.
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