Si dimette Giacomo Minio, il presidente della Fondazione Agrigento capitale della Cultura 2025. Non ci sarà un commissariamento ma tutto deve cambiare. L’intervento della Regione con una sorta di poteri sostitutivi di fatto porta ad un cambio di rotta oltre che di passo. E chi ha gestito fino ad oggi non ci sta.
Le dimissioni quasi attese
“Con senso di responsabilità e spirito di servizio verso la mia collettività ho accettato la carica onorifica di Presidente della Fondazione Agrigento 2025, per realizzare, insieme al territorio, un grande sogno tra arte, economia, bellezza ed integrazione, profondendo l’esperienza maturata. Una sfida epocale. Ho lavorato con impegno e lucidità, dando autorevolezza e credibilità ad un ente appena costituito” scrive Minio nella sua lettera di dimissioni che, però, non manca di un pizzico di elegante polemica quando rivendica “Sono soddisfatto del lavoro svolto seppur tra non poche difficoltà, per aver messo una Fondazione nelle condizioni di essere pienamente operativa, con
una sua dotazioni economica ed una gestione particolarmente attenta al rispetto della finanza pubblica”.
Alle dimissioni di Minio si è arrivato dopo una lunga serie di incontri e di pressioni politiche. al centro del cambiamento c’è il presidente della Regione Renato Schifani che avrebbe posto condizioni chiare per l’intervento della Regione. Fra queste una libertà di azione che permettesse di evitare altre cattive figure nazionali.
Un avvicendamento squisitamente politico
Le figuracce a chi vanno intestate? Alla Fondazione naturalmente ed ecco che arrivano le dimissioni “Queste sfide vanno affrontate con razionalità e forte motivazione sentimentale. Oggi, lascio la Fondazione, anzitempo, su richiesta del Sindaco Dott. Miccichè per favorire un avvicendamento squisitamente politico” precisa il presidente dimissioanrio. “E’ superfluo sottolineare, come tutte le critiche in questi giorni emerse sui mass media, nulla hanno a che fare con le attività proprie della Fondazione Agrigento 2025, la quale, ai sensi del dello statuto vigente, deve esclusivamente occuparsi della realizzazione di attività culturali. Esulano infatti dagli scopi della Fondazione
le manutenzioni del territorio, dei siti e la sua infrastrutturazione a vari livelli (cartellonistica, reti stradali ed altro)”.
Attività non erano neanche iniziate
Ma il presidente precisa che le colpe delle figuracce non sono certo della Fondazione “Le attività della Fondazione partono ufficialmente dal 18 gennaio di quest’anno, data della inaugurazione di Agrigento capitale della cultura avvenuto presso il teatro Pirandello alla presenza del Capo dello Stato professor Mattarella ed i cui progetti artistici saranno realizzati e spesati nel corso del 2025”.
Serve una visione
“Auspico che la visione per questo territorio, le possibilità di connessione, di innovative reti relazionali, capacità di vedere oltre, la valorizzazione dei giovani, dei talenti, delle intelligenze non vada vanificata, ma resti nel territorio perché si possano innervare programmi destinati a durare negli anni”.
Ringraziamenti e messaggi silenziosi
La chiusura della lettera è formale ma da anche indicazioni “politiche” e dice “Desidero porgere i sensi del mio vivo apprezzamento al Sig. Ministro Giuli, a S.E. Prefetto Caccamo ed al Suo impareggiabile Ufficio, a S.E. l’Arcivescovo Damiano con il quale stavamo lavorando all’incontro tra le religioni abramitiche e ad una possibile visita del S. Padre in Agrigento. Un ringraziamento lo rivolgo al Comandante dei Carabinieri Col. De Tullio ed al Comandante della Guardia di
Finanza Col. Moro per gli stimoli e il supporto umano ricevuto. Ringrazio i responsabili dei vari Enti ed i miei Concittadini che hanno creduto in questo sogno, per la stima, l’incoraggiamento e la piena fiducia manifestatami in questi mesi di intensa attività, volta a traguardare le direttrici di un nuovo scenario sociale”. Nessun accenno, proprio nessuno, alla regione e al suo ruolo degli ultimi giorni. Un silenzio chiaro in questa direzione.
E il Consiglio?
Quelle stesse voci che davano per imminente già due giorni fa, questa lettera di dimissioni ora annunciano l’arrivo a breve dell’addio anche del Consiglio della Fondazione
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