Falsi contratti, a nome persino di deceduti, per intascare i fondi dell’Unione Europea. La presunta truffa scoperta nell’Agrigentino dalla guardia di finanza. In 4 denunciati per aver intascato fondi che non gli sarebbero spettati. In pratica dichiaravano la coltivazione di ettari di terreno ben al di sopra di quelli realmente gestiti. E così intascavano più soldi di quelli effettivamente spettanti.
I militari della guardia di finanza di Sciacca hanno dato esecuzione al decreto del Gip del tribunale di Agrigento, su richiesta della locale Procura della Repubblica. Disposto il sequestro preventivo, anche per equivalente, dell’importo di circa 240 mila euro, nei confronti dei responsabili di un’azienda zootecnica dell’agrigentino. La misura cautelare reale trae origine dalle minuziose indagini condotte dal personale della compagnia di Sciacca, che ha disvelato l’esistenza di un consolidato modus operandi, adottato dagli indagati.
Secondo l’accusa i quattro indagati, tutti a piede libero, avrebbero gonfiato fraudolentemente gli importi corrisposti a titolo di contributi a fondo perduto dell’Unione Europea. Somme riconosciute dall’Agea, l’agenzia per le erogazioni in agricoltura. La norma prevede infatti che l’entità della sovvenzione spettante a ciascun beneficiario sia calcolata sulla base della disponibilità dell’ampiezza dei terreni destinati alle attività agricole. Consapevoli di ciò, gli indagati hanno reiteratamente truffato l’Agea dichiarando di condurre superfici di terreno agricolo superiori al reale. Per le fiamme gialle ci sarebbe stata la presentazione di falsi contratti di comodato e affitto di terreni, stipulati all’insaputa dei proprietari dei terreni.
Diversi proprietari terrieri, interpellati dagli investigatori delle fiamme gialle, hanno disconosciuto le firme apposte sui falsi contratti. Documenti che erano stati presentati ai competenti uffici per poter beneficiare delle erogazioni pubbliche. Addirittura altri contratti di comodato o affitto dei terreni sono risultati addirittura firmati da deceduti da oltre 20 anni. Si trattava di emigrati negli anni ’50 e’60 del secolo scorso in paesi del Nord Europa o in America che non hanno fatto più ritorno in Italia e che sono deceduti all’estero.