7 immobili residenziali, un complesso aziendale operante nel settore agricolo e 22 terreni di estensione complessiva pari a 373.410 mq. situati nel Comune di Cattolica Eraclea (AG), nonché conti correnti e di deposito per un valore complessivo di euro 752.377,05.
E’ l’ammontare del sequestro preventivo dei beni riconducibili a Giuseppe Mormina ed alla sua famiglia. il sequestro è stato compiuto dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Agrigento
che hanno dato esecuzione all’ordinanza emessa dal Tribunale di Agrigento – Sezione Misure di Prevenzione riguardantenproprio il patrimonio immobiliare, mobiliare, nonché alle risorse finanziarie di Mormina, imprenditore di 68 anni considerato di ‘grande sèpessore criminale’.
“Tale ordinanza scaturisce dagli esiti di accertamenti patrimoniali delegati ai finanzieri – scriva la Guardia di Finanza – nell’ambito del procedimento di misure di prevenzione della Procura Distrettuale di Palermo con riferimento al Mormina ed al rispettivo nucleo familiare”
Il provvedimento di prevenzione, è scattatio per Giuseppe detto “ciccu Mormina figlio del “noto boss Francesco Mormina – scrive ancora la Finanza – storico capo mafia cattolicese” L’inchiesta “ne evidenzia la pericolosità in quanto risultato legato a personaggi criminali di calibro internazionale (dei quali il più noto è senza dubbio “Nick” Rizzuto e, come sottolineato dai giudici, individuato come il successore nel ruolo di capo della storica famiglia di Cattolica Eraclea”
Sempre secondo l’inchiesta così come viene resa nota dalla Guardia di Finanza Mormino “risulta legato da stretti rapporti familiari con Domenico Terrasi, sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza. Altro elemento di spicco della consorteria mafiosa di Cattolica Eraclea, unitamente al quale è stato altresì testimone di nozze di tale Gaetano Amodeo, quest’ultimo arrestato in Canada dopo una lunga latitanza per aver avuto un ruolo attivo in vari omicidi, tra i quali quello del maresciallo dei Carabinieri Giuliano Guazzelli”.
“Lo spessore criminale di Mormina – si legge ancora -traspare in modo indubitabile dai rapporti intrattenuti con diversi esponenti del sodalizio criminale mafioso quali Antonino Messina indicato come già reggente della “famiglia” di Agrigento negli anni 80, Emanuele Seidita, Simone Capizzi e Salvatore Di Gangi, rispettivamente capi delle “famiglie” di Ribera e di Sciacca, nonché della stessa famiglia Bonanno”.
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