Dopo un’attesa durata anni, finalmente è stato reso noto a Racalmuto, nella sala convegni della Fondazione Leonardo Sciascia, il primo rapporto registro dei tumori della provincia di Agrigento, alla presenza dei vertici dell’azienda sanitaria di Agrigento e di Trapani che congiuntamente gestiscono il registro.
Presenti all’incontro anche il prefetto di Agrigento Nicola Diomede e il deputato regionale del M5S Matteo Mangiacavallo.
Quest’ultimo è autore, insieme al gruppo parlamentare dell’Ars, di svariati atti ispettivi per sollecitare l’attivazione dei registri nei liberi consorzi comunali di Enna ed Agrigento, unici in Sicilia ad esserne sprovvisti.
Durante la conferenza stampa sono stati presentati i dati elaborati relativi alla diagnosi e mortalità per tumori registrati nell’anno 2012 nella ex provincia di Agrigento, suddivisi per distretti sanitari.
“Dopo mesi di pressioni esercitate da noi del M5S, da associazioni cittadine e dai Meetup – dichiara Mangiacavallo – riconosciuteci peraltro dagli interlocutori regionali, finalmente abbiamo visto qualcosa. I cittadini però non possono ritenersi soddisfatti dall’apprendere che la media provinciale di incidenza tumorale è inferiore a quella regionale, che a sua volta è inferiore a quella nazionale. La media – continua ironicamente il deputato dei 5 stelle – è quella cosa che, se c’è qualcuno che muore di fame e l’altro si mangia due mele, ambedue avranno mangiato una mela. A cosa servono queste medie?”.
Bisogna capire insomma se i fattori ambientali siano determinanti per lo sviluppo della patologia.
E’ quanto riferito da Mangiacavallo durante la conferenza, aggiungendo che “il cittadino che nutre la percezione che i fattori di inquinamento dell’ambiente in cui vive stiano contribuendo ad elevare la casistica dei tumori ha bisogno di dati più circoscritti per essere rassicurato”.
“Ho approfittato dell’occasione – conclude Mangiacavallo – per cominciare a chiedere ai responsabili dell’assessorato regionale alla Sanità di prevedere che il personale che si occupa dell’inserimento dei dati nei registri tumori trovi spazio nelle piante organiche. Finora l’ASP di Trapani, con mille difficoltà, ha sopperito in qualche modo a tale carenza ma ciò ha determinato grandi ritardi per l’attivazione e il mantenimento di un servizio che la nostra ex provincia attende ormai da troppi anni”.