Diecimila euro. E’ questa la cifra che avrebbe chiesto una coppia ad un volontario di Favara per non rivelare ai suoi familiari che l’uomo aveva palpeggiato la donna della coppia nelle parti intime. Una circostanza che era stata registrata tanto che la coppia minacciava di consegnare la registrazione vocale fatta in incognito e che avrebbe confermato la circostanza, alla famiglia del malcapitato.
I sostituti procuratori Paola Vetro e Gloria Andreoli hanno avanzato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti della coppia. Si tratta di Salvatore Scarabeo, 35 anni, e Maria Teresa Noto, 32 anni.
La presunta vittima dei ricatti a sfondo sessuale è un 70enne di Favara, che la coppia aveva conosciuto in quanto volontario della Caritas che frequentavano per ricevere sostegno economico.
Ai due imputati viene contestata l’estorsione con due aggravanti: l’avere agito “in più persone” e ai danni di una persona di oltre 65 anni.
La vicenda, che risale al periodo compreso fra il giugno del 2017 e il novembre dell’anno successivo, è stata scoperta per caso, indagando sulla scomparsa di Gessica Lattuca, la ragazza di Favara di cui no si hanno più notizie dal 12 agosto del 2018. E quasi per caso gli inquirenti, scoprono grazie ad alcune intercettazioni, un giro di ricatti sessuali con vittime, soprattutto anziani, in contesti sociali infimi di Favara e Castrofilippo.
Nel caso specifico, a finire nella rete della coppia è il settantenne volontario della Caritas. Quest’ultimo, secondo quanto ricostruito, sarebbe stato vittima di estorsione con continue richieste di soldi avanzate dai due favaresi per non pubblicare alcune registrazioni compromettenti.
In particolare, secondo la ricostruzione della vicenda, in occasione di un tragitto in auto, in cui stava accompagnando Maria Teresa Noto in ospedale, la ragazza si sarebbe fatta palpeggiare dando vita poi a una discussione, con tanto di registratore acceso, in cui si sentiva l’anziano confermare e commentare gli atti sessuali.
Qualche giorno dopo il volontario si offre ancora di accompagnare la ragazza in ospedale, questa volta insieme al fidanzato, e i due lo avrebbero minacciato apertamente di consegnare il nastro ai familiari attribuendogli persino la paternità del figlio della ragazza, in quel momento incinta. Scarabeo, mostrando di essere a conoscenza di quanto accaduto, avrebbe preteso con decisione 500 euro per mettere a tacere la questione, convincendo l’anziano a pagare. Richieste simili sarebbero state fatte anche nei giorni successivi fino a costringere la vittima a sborsare, in tutto, 10mila euro in più soluzioni.
Il settantenne, interrogato dai carabinieri che avevano ascoltato le intercettazioni, confermò le accuse. La vicenda approda adesso in aula per l’udienza preliminare in programma l’11 settembre davanti al giudice Giuseppe Miceli.