Due reperti archeologici di grande interesse storico sono stati ritrovati nel corso di un’importante operazione conclusa nei fondali di Cannatello nei pressi di San Leone, in provincia di Agrigento. La Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, con il supporto dell’Arma dei Carabinieri, ha recuperato infatti alcune parti in piombo, in particolare un ceppo mobile e la contromarra di un’ancora appartenente a una piccola imbarcazione, probabilmente di epoca romana.

Le parole di Scarpinato

“Il mare con i suoi fondali continua a regalarci grandi emozioni, oltre che reperti preziosi per la conoscenza della storia – dice l’assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana Francesco Paolo Scarpinato –. Un ringraziamento va a tutti coloro che hanno reso possibile questa operazione. La collaborazione tra enti, istituzioni e privati cittadini è di fondamentale importanza per proteggere e valorizzare il nostro patrimonio culturale sommerso”.

I reperti recuperati sono stati affidati al Parco archeologico della Valle dei Templi, che si occuperà del primo trattamento conservativo. Successivamente, verranno valorizzati in una struttura del territorio agrigentino, contribuendo a arricchire il patrimonio culturale e storico della Sicilia.

Come è avvenuto il recupero

Al recupero hanno preso parte, oltre ai subacquei dei Carabinieri, Fabrizio Sgroi, responsabile di zona della Soprintendenza del Mare, e Francesco Urso del Gruppo subacqueo di BCsicilia. Erano inoltre presenti militari del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri di Palermo e il Responsabile del Gruppo subacqueo di BCsicilia Gaetano Lino.

L’operazione di tutela dei reperti è stata avviata a seguito di una segnalazione da parte dell’associazione BCsicilia. La Soprintendenza del Mare ha coordinato l’intervento avvalendosi della preziosa collaborazione dei militari dell’Arma del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo e del Nucleo Sommozzatori dei Carabinieri di Messina.

La scoperta

A seguito della scoperta il 20 luglio del ceppo (lungo 102 cm.) e della contro marra (lunga 65 cm circa) da parte di Francesco Urso, BCsicilia ha informato prontamente la Soprintendenza del Mare fornendo l’esatta posizione e chiedendo un immediato intervento in quanto i due importanti reperti di interesse archeologico risultavano in grave pericolo di trafugamento perché adagiati ad alcune decine di metri dalla battigia e a bassissima profondità

Il precedente

Nella stessa area sono state rinvenute, sempre da Francesco Urso, qualche anno fa, cinque ancore bizantine, due lingotti plumbei con bollo, un cannone medievale, una bombarda in ferro dello stesso periodo, oltre ad alcune decine di ancore litiche ad uno e a tre fori, che dimostrano la presenza di un antichissimo approdo alla foce del fiume Naro, che sfocia proprio nell’area. Tutti questi reperti sono stati rigorosamente posizionati e rilevati spesso con la tecnica 3D dai volontari del Gruppo subacqueo di BCsicilia e trasmessi alla Soprintendenza del Mare.

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