Sono 145 i migranti rimasti, al momento, all’hotspot di Lampedusa che, venerdì, era arrivato a ospitare 1.878 persone a fronte di 350 posti disponibili. La notte scorsa dopo un’intera giornata di trasferimenti, la nave San Marco della Marina militare, con a bordo 787 migranti, ha levato l’ancora dalla rada di Lampedusa ed è partita per Pozzallo (Ragusa).
Così si va svuotando l‘Hotspot che nei giorni scorsi era stracolmo di migranti costretti a mangiare e dormire per terra. Nella struttura di primissima accoglienza sono quindi rimaste 145 persone. In mattinata, 10 migranti – scortati dalla polizia – verranno imbarcati su un volo charter e verranno trasferiti a Potenza da dove saranno poi espulsi.
Ieri 210 i migranti che fra la tarda hanno lasciato l’hotspot di Lampedusa. Centotrenta sono stati imbarcati, il giorno prima sul pattugliatore della Guardia di finanza che ha fatto rotta verso Porto Empedocle. All’alba, nella struttura di primissima accoglienza, c’erano 1.014 ospiti.
Immigrati distesi, su materassi sporchissimi, in ogni angolo dell’hotspot: all’interno e all’esterno. “Montagne” di sacchi della spazzatura, traboccanti di resti di generi alimentari, cartacce e bottiglie di plastica. Vestiti gettati alla rinfusa praticamente ovunque e una distesa infinita di bottiglie di plastica lungo i corridoi che portano ai bagni dove è praticamente impossibile entrare a causa dei bisogni fisiologici e dell’odore nauseabondo. Questo era l’ l’inferno all’hotspot di Lampedusa dove c’erano 1.878 persone, a fronte di poco meno di 350 posti disponibili.”Sono tutti ammassati, ci sono anche donne, quattro sono gravide, bambini, malati e bisognosi di cure che dormono per terra dove pure mangiano, tra i rifiuti – ha scritto l’ex sindaco delle isole Pelagie Giusi Nicolini – . I posti letto sono meno di 200. Queste immagini – spiega Nicolini – potrebbero essere della Libia. Ma no, è l’Italia”.