Sospese le esercitazioni militari a Punta bianca, area naturalistica della provincia agrigentina. A confermarlo è l’associazione ambientalista Mareamico che da anni si batte contestando il pericolo ambientale l’incompatibilità della zona con questo tipo di attività: “Oggi, finalmente, – si legge in una nota – dopo le indagini condotte dai carabinieri della sezione di tutela forestale ed ambientale di Agrigento, hanno sospeso le esercitazioni militari a Punta bianca”.
Per 63 anni la presenza dell’Esercito
Da diversi anni Mareamico si batte per l’istituzione della riserva di Punta bianca, e contestualmente, per interrompere le esercitazioni militari nella vicina zona di Drasy. L’Esercito Italiano per 63 anni è stato su questo territorio che ha, sotto l’aspetto paesaggistico, storico, ambientale, una valenza incommensurabile. E’ stato più volte sottolineato che la sua presenza è inconciliabile con l’istituzione di una riserva naturale.
I motivi di Mareamico
Le esercitazioni militari compromettono l’ambiente: immettono in atmosfera sostanze pericolose come ad esempio i residui di polveri da sparo, rilasciano una grande quantità di piombo, sostanza velenosissima che, come tutti i metalli pesanti, è altamente tossica per la flora e la fauna locale e per l’ecosistema marino. In particolare, la sua permanenza in acqua ad elevata salinità, lo degrada dissolvendolo nell’ambiente marino. Il piombo entra quindi nella catena alimentare, distribuendosi nei tessuti degli organismi della fauna ittica con destinazione terminale l’uomo. Questo causa una serie di danni ad organi e tessuti, spesso irreversibili. I terrificanti boati atterriscono, oltre che le persone, anche gli animali selvatici presenti in queste aree. Anche le forti vibrazioni, provocate dalle esplosioni, hanno già causato numerosissime frane, con un considerevole arretramento della fragile falesia.
Nel 2017 suggerita la bonifica
Già nel 2017 la commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito, dopo un sopralluogo al poligono di Drasy, aveva suggerito la bonifica del luogo, dichiarando: “Per noi è stato clamoroso – ha affermato Gian Piero Scanu, presidente della commissione parlamentare – è incredibile che, nessuno si sia mai posto il problema di andare a raccogliere le migliaia e migliaia di proiettili fatti di piombo che nei decenni sono stati sparati da terra verso il mare”. Proprio per questi motivi, lo scorso 18 ottobre è stato promosso da Mareamico un sit-in con gli abitanti del luogo. E dopo l’ennesima pesante esercitazione con mezzi militari blindati, il 20 ottobre è stato presentato un nuovo esposto alla Procura di Agrigento, chiedendo di indagare sull’inquinamento provocato da queste esplosioni, a terra ed in mare. “Bene ha fatto l’Eurodeputato Ignazio Corrao – si legge sempre nella nota dell’associazione ambientalista – a chiedere al ministero della Difesa di farsi carico delle spese di bonifica e ripristino dei luoghi”.
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