Sono iniziati ieri nel porto di Porto Empedocle i lavori di spostamento dei sedimenti da un’area operativa a una abbandonata sempre in ambito portuale. E, più precisamente, dallo specchio acqueo antistante alla banchina commerciale Sciangula del molo di Levante a una zona portuale non banchinata, sul lato magazzini del molo Crispi. Una volta ultimato il trasferimento, miglioreranno l’agibilità degli ormeggi, la sicurezza delle operazioni di accosto e, quindi, lo sviluppo delle crociere e dei collegamenti con le isole Pelagie.
Niente a che vedere, quindi, con il materiale del dragaggio del porto di Trapani che viene conferito a Porto Empedocle, “lavato” e poi stoccato in un’area retroportuale.
L’allarme e la smentita
La presenza di una impattante draga in porto, ha probabilmente creato un allarme ingiustificato con foto, video e commenti sui social: “Affermazioni prive di fondamento”, commenta il segretario generale dell’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale, Luca Lupi. “Soprattutto in luoghi che si nutrono di turismo, insinuare sospetti del genere solleva solo inutile malcontento. Non esiste alcun punto di congiunzione tra i due interventi e non c’è alcun allarme. I materiali trattati non sono pericolosi né per la popolazione né per l’ambiente perché a monte vengono vagliati e verificati. Dopo tutto il lavoro svolto in questi anni per riqualificare i nostri porti, mai commetteremmo errori tanto insensati. La nostra storia e il nostro operato sempre all’insegna della trasparenza e della sostenibilità, parlano per noi”.
I progetti per Palermo
Dalla Cala alla foce del Fiume Oreto, passando per il Foro Italico: è questo il prossimo tratto di water-front di Palermo da rigenerare e far rinascere. Almeno sono questi gli obiettivi di Autorità Portuale e Comune di Palermo, che hanno pubblicato il bando del concorso internazionale di idee per la progettazione complessiva di una porzione del waterfront urbano di Palermo.
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