“Per il Governo il mio Comune non esiste”. Lo ha detto Franco Valenti, sindaco di Santa Margherita di Belìce (Agrigento) che sul suo profilo Facebook ha pubblicato un videomessaggio travestito da fantasma, coperto da un lenzuolo bianco bardato dalla fascia tricolore. Nel 54° anniversario del sisma che la notte tra il 14 e il 15 gennaio del 1968, Valenti ha detto che “a Santa Margherita il tempo si è fermato al momento del terremoto“.
54 anni fa il terremoto, una ferita rimasta aperta
“La ferita – ha aggiunto il primo cittadino – è rimasta aperta, perché noi abbiamo ancora 84 prime unità abitative da ricostruire e un intero quartiere tuttora sprovvisto di opere di urbanizzazione primaria: tutto questo è scandaloso”.
Non è la prima volta che il sindaco margheritese assume iniziative eclatanti. Due anni fa fece riunire il consiglio comunale in trasferta a Roma, in piazza Montecitorio.
“Stato in debito con noi”
“Lo Stato è in debito con le nostre comunità, ed è giusto il momento di onorarlo. E oggi, con i fondi del Pnrr, non ha più scuse”. Servono circa 300 milioni di euro per completare definitivamente le opere in tutti i comuni interessati, tra interventi dei privati e opere pubbliche, compresa la rimozione dell’amianto delle ultime baraccopoli. “È giunto il momento di dire basta, il governo ci consideri cittadini, e non fantasmi”.
L’Anci Sicilia, “inaccettabile e scandaloso, ritardi dello Stato”
“In occasione della 54esima ricorrenza di un evento sismico devastante, che ha raso al suolo un pezzo della nostra Sicilia, facendo 370 vittime, 1 migliaio di feriti e quasi 100mila sfollati, dobbiamo purtroppo prendere atto che non è ancora stata detta la parola fine alla ricostruzione dei 21 Comuni coinvolti”. Questa la dichiarazione di Leoluca Orlando, presidente di ANCI Sicilia, in occasione delle celebrazioni in ricordo del 54° anniversario del sisma che la notte fra il 14 e il 15 gennaio del 1968 devastò la Valle del Belìce
“E’ inaccettabile e scandaloso – continua Orlando – che dopo 54 anni, malgrado il continuo impegno dei rispettivi sindaci in rappresentanza e a tutela delle proprie comunità, il processo di ricostruzione, indispensabile allo sviluppo di un territorio così gravemente colpito, non sia ancora concluso a causa di ritardi e carenza di interventi”.
“I cittadini della valle del Belìce a distanza di oltre mezzo secolo – conclude il presidente Orlando – hanno diritto di conservare la memoria di quella tragica notte e dei propri cari scomparsi, ma hanno soprattutto diritto di guardare a un futuro di crescita e sviluppo vivendo in un territorio risanato dalle ferite di quel terribile evento”.
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