Raimondo Moncada, 57 anni, artista, attore e giornalista di Agrigento, ha denunciato pubblicamente le lunghissime liste d’attesa nella sanità pubblica siciliana. Reduce da un tumore diagnosticato due anni e mezzo fa e da dolorose terapie, Moncada ha recentemente manifestato sintomi allarmanti che richiedevano una colonscopia di controllo. Rivolgendosi al Centro Unico di Prenotazione (CUP) dell’ASP di Agrigento, ha ricevuto come opzioni una data a Sciacca per agosto 2025, tra sette mesi, oppure a Canicattì per febbraio 2026, tra quindici mesi.
Di fronte a tempi d’attesa inaccettabili per la sua condizione, Moncada è stato costretto a rivolgersi a una struttura convenzionata, sostenendo una spesa considerevole per effettuare l’esame diagnostico in tempi rapidi. La diagnosi ricevuta nella struttura privata ha evidenziato la necessità di ripetere la colonscopia con urgenza. Nonostante la prescrizione medica urgente, il codice oncologico 048 e il referto allarmante, il CUP dell’ASP ha proposto nuove date: novembre 2026 vicino ad Agrigento o agosto 2025 a Canicattì. Ancora una volta, Moncada ha dovuto pagare per ottenere l’esame in una struttura privata a Sciacca, ricevendolo entro una settimana.
La denuncia di Moncada sui social network ha suscitato grande clamore, tanto da indurre il direttore generale dell’ASP di Agrigento, Giuseppe Capodieci, a contattarlo telefonicamente per scusarsi. Moncada, nel suo sfogo online, ha sottolineato l’incoerenza tra l’insistenza delle autorità sanitarie sull’importanza dei controlli tempestivi per la salvaguardia della vita e l’impossibilità di accedere a tali controlli in tempi ragionevoli attraverso il sistema sanitario pubblico. Ha evidenziato come, a fronte di sintomi e complicazioni che non possono attendere due anni, sia costretto a ricorrere ripetutamente a strutture private, sostenendo costi elevati.
La storia di Moncada mette in luce le criticità del sistema sanitario pubblico siciliano, dove le lunghe liste d’attesa costringono i pazienti, soprattutto quelli oncologici, a rivolgersi al privato, con un notevole aggravio economico. Il caso solleva interrogativi sulla reale efficacia degli annunci di interventi per la riduzione dei tempi d’attesa, che sembrano scontrarsi con una realtà ben diversa. La denuncia di Moncada rappresenta un appello per un intervento concreto e urgente al fine di garantire il diritto alla salute e l’accesso tempestivo alle cure per tutti i cittadini.
Dopo la denuncia, il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha chiesto all’assessore alla Salute, Giovanna Volo, di intervenire urgentemente sulla Asp di Agrigento con una ispezione che accerti la gestione delle liste d’attesa. La decisione è arrivata proprio dopo il caso del paziente oncologico a cui, per una colonscopia di controllo, sono stati prospettati mesi prima di poter avere un appuntamento. “Il mio governo – dice Schifani – è impegnato sin dal suo insediamento per restituire dignità ai pazienti della sanità siciliana anche attraverso tempi di attesa ragionevoli per le prestazioni. Abbiamo, addirittura, inserito questo impegno tra gli obiettivi prioritari dei nuovi manager, pena la decadenza dal ruolo. Per questa ragione, ritengo fondamentale accertare tempestivamente quanto accaduto ad Agrigento per individuare gli eventuali responsabili dei ritardi e applicare le conseguenti sanzioni”.