Una due giorni di lavoro intensa, ma nello stesso tempo, proficua. Le tappe di Trapani, Sciacca e Agrigento hanno chiuso, almeno per il momento, la serie di “focus sul trattamento percutaneo delle valvole cardiache”, tenuti in tutta la Sicilia dal professor Corrado Tamburino, Direttore dell’Unità U.O.C. Cardiologia con UTIC P.O. Ferrarotto Catania, e dalla sua equipe.
La due giorni ha preso il via, martedì 14 giugno all’Hotel Tonnara di Bonagia di Trapani; si è proseguito a Sciacca, all’Ospedale Giovanni Paolo II, per, poi, chiudere i lavori ad Agrigento, all’Ospedale San Giovanni di Dio. Il risultato, come nel caso dei precedenti, appuntamenti, è stato eccellente. Numerosi i partecipanti ai tre corsi: specialisti della cardiologia, medici di base, ma anche persone comuni interessate all’argomento e alla possibilità di curare determinate patologie cardiovascolari con un trattamento, quello percutaneo, poco invasivo rispetto alla chirurgia.
A Trapani, come a Sciacca e Agrigento è stato il Prof. Corrado Tamburino ad aprire i lavori incentranti, come da programma, su Tavi, insufficienza mitralica ed auricola.
L’argomento Tavi è stato introdotto da Tamburino con quello che è diventato, ormai, un must dei discorsi del coordinatore dei corsi: “Nel giro di 5 anni il trattamento percutaneo soppianterà la chirurgia”.
La conclusione del tour di focus è stata anche occasione per tracciare un bilancio di questa esperienza. “Il bilancio – dichiara il professor Corrado Tamburino – è certamente favorevole, perché abbiamo affrontato delle tematiche moderne, riguardanti la cardiologia interventistica strutturale. Una branca di cardiologia trattata pochissimo centri. Esiste una grande esigenza, per l’utenza medica, di conoscere quali sono gli sviluppi tecnologici e i risultati clinici, sia immediati che a distanza, di queste tecniche innovative che hanno necessità di una super specializzazione e di centri adeguatamente formati.”
Si è trattato, dunque, di un aggiornamento di fondamentale importanza dedicato sia agli specialisti di cardiologia, sia ai medici di base. La base di partenza è stata l’informazione:
il paziente, infatti, deve conoscere quali sono le nuove possibilità di cura di patologie che, fino a qualche tempo fa, non potevano essere affrontate con un intervento, per l’invasività di quest’ultimo soprattutto su soggetti anziani. Il trattamento percutaneo, invece, ha rivoluzionato il modo di intendere e di intervenire in cardiologia, ma i pazienti devono essere informati e ad informarli devono essere i medici di base e gli specialisti. L’obiettivo dei corsi voluti dal professor Tamburino è proprio quelli di diffondere, in tutta la Sicilia, il “verbo” del trattamento percutaneo provando a capire le migliori metodologie, anche per la scelta dei pazienti.
Proprio per questo, durante, i corsi è stato dato ampio spazio all’interattività: dopo gli interventi di Tamburino e dei suoi collaboratori, infatti, si è dibattuto di casi reali, provando a capire in quali situazioni si può intervenire con il trattamento percutaneo e in quali no.
“Gli interventi con catetere su valvole cardiache – continua Tamburino – sono riservati ai pazienti anziani, oltre gli 80 anni, o ai pazienti che, anche in età più giovani, hanno un rischio cardiochirurgico troppo elevato. Un numero di pazienti che aumenta sempre di più, pazienti che tempo fa venivano rifiutati dal cardiochirurgo e che, verosimilmente, andavano incontro alla morte. Oggi questa categoria di pazienti può beneficiare di interventi a rischio bassissimo, con una possibilità elevatissima di risoluzione del problema”.
Una rivoluzione, dunque, per i pazienti, in termini di quantità e qualità di vita.