Si è avvalso della facoltà di non rispondere Angelo Incardona, il 44enne reo confesso dell’omicidio dell’imprenditore Calogero Saito, 65 anni, freddato mentre era sulla sua auto, a Palma di Montechiaro nell’agrigentino. L’indagato è rimasto in silenzio davanti al giudice Alessandro Quattrocchi, che nelle prossime ore deciderà se convalidare l’arresto eseguito dai carabinieri, e quale misura cautelare applicare.
Il Pm ha chiesto la custodia in carcere
Il pubblico ministero Barbara Cifalinó ha chiesto la custodia in carcere. L’omicidio è avvenuto giovedì pomeriggio in piazza Provenzani, a pochi passi dal palazzo Ducale. Prima di uccidere Saito, Incardona è andato a casa dei genitori della vittima sparando a entrambi e ferendoli in maniera non grave. Poi ha preso l’auto ed è andato insieme alla moglie al comando provinciale dei carabinieri di Agrigento per costituirsi.
Prima confessione confusionaria
Durante l’interrogatorio, davanti al procuratore Luigi Patronaggio, ha reso una confessione confusionaria che presenta ancora tanti lati oscuri. Incardona ha parlato genericamente di una faida fra clan mafiosi dicendo di essere vicino alla famiglia dei “paracchi”. Ai suoi genitori – secondo quanto riferito in sede di interrogatorio al procuratore Patronaggio – avrebbe sparato ‘per dar loro una lezione’ in quanto sarebbero responsabili di averlo preso per ‘infame’, dicendo che era sul punto di pentirsi”.
Tante incongruenze
Sono tante le incongruenze su cui la Procura dovrà fare chiarezza. Intanto l’autopsia, che sarà eseguita dal medico legale Cataldo Raffino, inizialmente in programma per oggi, slitta a mercoledì. I familiari di Saito hanno nominato come difensore l’avvocato Calogero Meli.
Un giallo
Di sicuro sino ad oggi resta ancora un giallo il movente questo omicidio. Gli inquirenti non sono convinti delle parole dello stesso reo confesso che ha parlato di vecchi regolamenti di conti per faide interne alla mafia locale. Ecco perché quel che trapela dalla Procura di Agrigento è che si sta scavando a fondo nella vita privata di Incardona, considerato da tempo una testa calda dagli inquirenti. Ha ucciso in piazza quel che viene considerato in paese il suo rivale, un gelataio, dopo aver tentato di uccidere anche i suoi genitori e poi si è consegnato ai carabinieri. Il 44enne commerciante non convince perché pare voglia in realtà depistare gli inquirenti su quello che potrebbe essere il vero motivo. E se fosse vera questa ipotesi, si innesca un giallo nel giallo: perché?
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