Ieri pomeriggio sono stati ascoltati i tre indagati per l’omicidio avvenuto in una concessionaria ad Agrigento. Tutti e tre respingono ogni accusa e sostengono che a sparare a Roberto Di Falco sia stato Lillo Zambuto, il titolare della concessionaria d’automobili. Quello che pare assodato è che in breve tempo si sia passato da un incontro chiarificatore alla tragedia. Il tutto, pare, per assegni risultati scoperti per la compravendita di alcune auto. Fatto sta che una persona è morta e altre tre sono state fermate.

La discussione finita in tragedia

Una violenta discussione che è sfociata in una tragedia, quella tra il titolare dell’esercizio commerciale, Lillo Zambuto, e Roberto Di Falco, un altro commerciante di auto, di 38 anni, originario di Palma di Montechiaro. A perdere la vita è stato Di Falco, che al culmine della lite ha estratto una pistola, ferendo Zambuto. L’arma si è inceppata e durante una colluttazione, in cui sono intervenuti i figli del titolare dell’autosalone, è partito un altro colpo che ha raggiunto all’addome Di Falco. Una ferita che non gli ha dato scampo.

I fermi

Per l’omicidio  sono stati disposti, dal pm Gaspare Bentivegna, 3 fermi. Gli, indagati, di Palma di Montechiaro, arrivati con la vittima ad Agrigento, sono stati trasferiti al carcere Di Lorenzo. È stato ritenuto che vi fosse il pericolo di fuga e di reiterazione del reato.

Colpi d’arma da fuoco

Diversi colpi di arma da fuoco sono stati esplosi davanti la concessionaria nei pressi della chiesa Santa Rosa. Dopo la sparatoria, Di Falco è stato trasportato in gravissime condizioni all’ospedale San Giovanni di Dio, dove è deceduto a causa delle ferite all’addome. Secondo una prima ricostruzione dell’agguato, tre persone, tra cui Di Falco, a bordo di un’auto, si sarebbero presentate davanti l’esercizio commerciale. Di Falco sarebbe entrato nell’autoconcessionaria AutoXpassione gestita dall’agrigentino Lillo Zambuto con un’arma ed ha fatto fuoco ma la pistola si sarebbe inceppata. L’obiettivo proprio il titolare e successivamente i due figli presenti nell’esercizio commerciale forse per dargli una lezione.

La compravendita delle auto

A quanto pare alla base del gesto ci sarebbero state questioni legate alla compravendita di autovetture. Di Falco, che aveva da poco aperto un autosalone al Villaggio Mosè, sarebbe stato uno dei principali concorrenti di Zambuto. Questa è una delle ipotesi che gli investigatori stanno vagliando. L’uomo, che non aveva precedenti e non sarebbe legato ad ambienti criminali mafiosi, avrebbe avuto un raptus che lo ha portato ad impugnare una pistola e ad affrontare il suo concorrente sulla piazza di Agrigento. (Foto Grandangolo)

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