Sospetto caso di malasanità nell’Agrigentino, in uomo muore dopo aver subito un’operazione che non avrebbe dovuto comportare particolari rischi almeno sulla carta. Moglie e figli della vittima, che aveva 77 anni, hanno presentato una denuncia ai carabinieri e la Procura per questo ha aperto un’inchiesta. Come primi atti il sequestro delle cartelle cliniche nell’ospedale San Giovanni Di Dio di Agrigento, dove l’uomo aveva subito l’operazione, e la disposizione dell’autopsia.
Da cosa era affetto
Il 77enne pare fosse affetto da una patologia renale. Per questo era stato sottoposto ad un intervento chirurgico al nosocomio agrigentino. Ma dopo l’intervento è stato necessario il trasferimento in rianimazione e l’anziano è morto. Tra le ipotesi, tutte comunque ancora da confermare., quella di un emorragia interna. Anzitutto ci sarà da capire se si tratta di complicazioni post operatorie oppure se ci possano essere stati altri fattori di rischio collegati all’avanzata età del degente.
Il caso a Palermo
Un altro caso si è aperto anche a Palermo nell’ottobre scorso sulla morte del motociclista palermitano Maurizio Ciprì, vittima di un incidente avvenuto a Borgo Nuovo, all’incrocio tra via Pantalica e largo Cefalù. Il suo decesso, avvenuto all’ospedale di Villa Sofia a Palermo martedì notte, potrebbe non essere solo legato al sinistro ma si aprono anche dei dubbi su un possibile caso di malasanità. Ipotesi che è al vaglio della Procura di Palermo che ha aperto un’indagine. Al momento è legata alle cause dell’indicente, e quindi si concentra sulle responsabilità dello scontro. Ma gli inquirenti starebbero verificando anche altre possibili cause rispetto al decesso.
La morte sospetta del feto a Catania
Un altro recentissimo episodio di presunta malasanità è avvenuto nel catanese per la morte di un feto causata, a quanto pare, da un errore della lettura dei dati emersi dalle analisi e dal quadro clinico della paziente. Per questo motivo una ginecologa dell’ospedale “Garibaldi” di Catania è finita sotto processo. A costituirsi parte civile la donna che era in stato di gravidanza e il marito. Nel corso delle indagini sviluppate dopo la denuncia dell’episodio sarebbero emersi degli errori. La futura mamma, secondo le perizie tecniche, non avrebbe dovuto essere dimessa e rimandato di 48 ore il parto. Un passaggio fondamentale di questa vicenda.
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