Il tribunale di Agrigento ha condannato l’Asp di Agrigento a risarcire, con 927 mila euro oltre interessi legali, i familiari di un settantacinquenne deceduto nel 2018. L’uomo era stato sottoposto ad intervento di chirurgia urologica, effettuato all’ospedale “San Giovanni di Dio”, per rimuovere un tumore alla vescica. Durante l’operazione il paziente subì la perforazione del retto e dell’intestino, cosa di cui i sanitari si sarebbero accorti solo dopo alcuni giorni. La successiva laparotomia esplorativa rivelò anche un quadro di peritonite avanzata. Nella causa civile intentata dai parenti per ottenere il risarcimento dei danni morali, è stata ammessa una perizia medico-legale. A rappresentare i familiari del paziente sono stati gli avvocati Angelo Farruggia e Manuela Raneri.
Morto dopo un’operazione alle gambe
Sempre al San Giovanni di Dio un anno fa un uomo di 59 anni è morto dopo un’operazione alle gambe. I familiari hanno presentato una denuncia e la Procura ha aperto un’inchiesta. È stata sequestrata, dai carabinieri, la cartella clinica e il pm di turno ha fatto eseguire l’autopsia sull’uomo. Tre i sanitari in servizio al presidio ospedaliero che sono stati iscritti nel registro degli indagati. Le accuse sono di omicidio colposo e responsabilità per morte colposa. L’uomo era stato ricoverato dopo essere caduto dalla moto procurandosi alcune fratture alle gambe.
Un altro caso di malasanità
Un altro sospetto caso di malasanità nell’Agrigentino, dove un uomo è morto dopo aver subito un’operazione che non avrebbe dovuto comportare particolari rischi almeno sulla carta. Moglie e figli della vittima, che aveva 77 anni, hanno presentato una denuncia ai carabinieri e la Procura per questo ha aperto un’inchiesta. Come primi atti il sequestro delle cartelle cliniche nell’ospedale San Giovanni Di Dio di Agrigento, dove l’uomo aveva subito l’operazione, e la disposizione dell’autopsia. Il 77enne pare fosse affetto da una patologia renale. Per questo era stato sottoposto ad un intervento chirurgico al nosocomio agrigentino. Ma dopo l’intervento è stato necessario il trasferimento in rianimazione e l’anziano è morto.
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