- Localizzata sia l’imbarcazione che i corpi dei migranti dispersi del naufragio dello scorso 30 giugno
- Video conferma nove persone scomparse
- Il procuratore e viceprocuratore di Agrigento hanno disposto foto e videoriprese per le indagini
- Gli sbarchi sull’isola non cessano, altri 8 barchini sono approdati
Il robot sottomarino (Row) della guardia costiera ha localizzato a 90 metri di profondità l’imbarcazione e i corpi dei migrati dispersi nel naufragio del 30 giugno scorso, verificatosi fra Lampedusa e l’isolotto di Lampione.
Il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio e il sostituto Maria Barbara Cifalinò hanno disposto che vengano realizzate delle foto e delle videoriprese del relitto e dei corpi in modo da avere il maggior numero di informazioni utili alle indagini.
Le prime riprese confermano 9 vittime
Le prime riprese video effettuate sul relitto naufragato lo scorso 30 giugno, fra Lampedusa e l’isolotto di Lampione, confermano la presenza di 9 cadaveri. Un corpo è stato rinvenuto adagiato all’interno dello scafo, mentre altri otto sul fondale adiacente.
Il barcone si è ribaltato ed è colato a picco a 7 miglia e mezzo dalla costa di Lampedusa. È stato localizzato nel raggio di circa 500 metri rispetto al luogo della tragedia. Il relitto è stato individuato da nave Dattilo della guardia costiera, con l’ausilio di un robot sottomarino in dotazione ai nuclei subacquei.
Le ricerche di eventuali dispersi continueranno
Continueranno nei prossimi giorni, non appena le condizioni meteorologiche lo consentiranno, le ricerche di eventuali dispersi. Il recupero sarà un’operazione assai complessa, dai costi elevati, fanno sapere dalla Procura di Agrigento, e sarà naturalmente necessaria l’autorizzazione del governo.
Ricerche con robot iniziate il 6 luglio
Le ricerche, con il robot della Guardia costiera, erano iniziate lo scorso martedì. Ripetuti e tutti vani i tentativi effettuati, almeno fino al pomeriggio di oggi. Secondo le ipotesi iniziali, il relitto avrebbe dovuto trovarsi a circa 60-70 metri. In realtà è stato appurato oggi, l’imbarcazione colata a picco si trova a 90 metri.
Nella tragedia hanno perso la vita sette donne, una delle quali incinta di 2 mesi; 46 sono stati invece i superstiti. La procura di Agrigento, con a capo Luigi Patronaggio, ha aperto un’inchiesta per il naufragio e per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Proprio il procuratore capo ha voluto che, con un robot, si procedesse alla ricerca dei corpi dei dispersi, molti dei quali sarebbero bambini.
Gli sbarchi non cessano, hotspot al collasso
Intanto non si fermano gli sbarchi nell’isola. Altri 51 migranti, su due diversi barchini, sono stati tratti in salvo nelle acque antistanti a Lampedusa. Salgono a 8, con un totale di 121 persone, gli sbarchi odierni.
Sul primo barchino, intercettato a 18 miglia sud ovest di Lampione, c’erano 21 migranti, fra cui due donne e cinque bambini tutti di nazionalità tunisina. Nel secondo, bloccato a 18 miglia e mezzo da un’altra motovedetta delle Fiamme gialle, c’erano invece 30 migranti, di 12 donne e 8 bambini di nazionalità Costa d’Avorio e Guinea. Anche loro sono stati portati, dopo un primo triage sanitario effettuato a molo Favarolo, all’hotspot di contrada Imbriacola da dove, oggi, sono stati trasferiti sulla nave quarantena ancorata a Cala Pisana 343 ospiti. In mattinata l’hotspot aveva circa 950 ospiti in una struttura che ne può contenere massimo 250.
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