Due medici del Poliambulatorio di Lampedusa sono stati iscritti nel registro degli indagati per la morte di una donna di 26 anni, Fatoumata Bamba, ivoriana, avvenuta nell’hotspot il 18 febbraio scorso dopo che era stata dimessa dal presidio sanitario. L’autopsia sul cadavere, è stata già effettuata.
I pm di Agrigento sono in attesa degli esiti per capire cosa effettivamente abbia determinato la morte della donna
I controlli al Poliambulatorio, poi il decesso all’hotspot
L’ivoriana, sbarcata a Lampedusa su un barchino in ferro, era stata portata per una crisi d’asma al Poliambulatorio, da dove, dopo alcune ore di controlli e accertamenti, era stata dimessa e rimandata nell’hotspot di contrada Imbriacola dov’è deceduta.
I pm hanno sentito il marito e il padre della donna deceduta
I pm di Agrigento hanno fatto acquisire la cartella clinica e hanno sentito sia il marito di Fatoumata che il padre che è arrivato a Lampedusa qualche giorno dopo la tragedia.
Iscrizione nel registro degli indagati atto dovuto
I medici del Poliambulatorio di Lampedusa sono stati iscritti nel registro degli indagati quale atto dovuto, per consentire loro di partecipare all’irripetibile esame autoptico.
Il sopralluogo di Schifani
Il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, il capo del Dipartimento nazionale delle Libertà civili e immigrazione, il prefetto Valerio Valenti, e il capo Dipartimento della Protezione civile siciliana Salvatore Cocina sono atterrati il 12 marzo a Lampedusa per un sopralluogo all’hotspot di contrada Imbriacola e un incontro con il sindaco Filippo Mannino.
Il governatore: “Operazione solidarietà da parte di tutti i siciliani”
“Ho voluto fortemente questa operazione di solidarietà perché qui a Lampedusa non stiamo vivendo soltanto una vicenda politica ma anche una questione legata alla sopravvivenza di queste persone. Sono qui soprattutto per ragioni umanitarie. Oggi assistiamo a una grande dimostrazione di partecipazione e aiuto che fa onore al popolo siciliano”, ha detto Schifani.
“Ho voluto constatare di persona con un sopralluogo – ha proseguito il governatore – la situazione relativa all’accoglienza dei migranti nell’hotspot di Lampedusa, messa a durissima prova dall’ingente numero di emigrati. Già da venerdì notte ci siamo subito attivati per fronteggiare l’emergenza sbarchi di questi ultimi giorni. Abbiamo fatto arrivare coperte, scarpe e vestiti, kit igienici e beni di prima necessità, grazie alla collaborazione con il Viminale, la Protezione civile regionale, l’Aeronautica, la prefettura di Agrigento e la Caritas, per cui ringrazio monsignor Raspanti”.
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