C’è anche un dipendente comunale tra le tre persone arrestate nell’Agrigentino nell’ambito dell’operazione antidroga dei carabinieri che nelle campagne di Naro, nascosta tra alberi di cachi, hanno scoperto una maxi piantagione di marijuana dal valore di 15 milioni di euro.
Insieme a due complici era addetto alla coltivazione degli arbusti. A fare la scoperta, che ha portato a uno dei più ingenti sequestri del genere in Sicilia, militari dell’Arma della compagnia di Licata, che sorvegliavano la zona da circa 45 giorni.
Durante un controllo in un casolare, che si scoprirà essere adibito ad essiccatoio terminale nel processo di complessa lavorazione della cannabis, sono stati stati trovati decine di sacchi contenenti marijuana già essiccata, pronta per essere smerciata, per un peso complessivo di oltre 135 chili. In un secondo ‘essiccatoio’ i carabinieri hanno trovato, su reticolati metallici a più strati, oltre una tonnellata della stessa droga. Nel proseguo della perquisizione della zona, eseguita anche con l’ausilio di unità cinofile, in un fondo agricolo, nascosta tra i filari di una coltivazione di alberi di cachi, i carabinieri hanno scovato una ulteriore mega piantagione di Canapa indiana, costituta da altre 10.000 piante, alte quasi due metri. Il bilancio complessivo è di 30 tonnellate di marijuana sequestrata per un valore di mercato stimato dagli investigatori in oltre 15 milioni di euro.
Trovate anche una pistola calibro nove e oltre 50 cartucce risultate illegalmente detenute e nella disponibilità del dipendente comunale che è stato arrestato anche per detenzione di arma da guerre oltre che per coltivazione e di spaccio di sostanze stupefacenti. Reato, quest’ultimo, contestato agli altri due arrestati.
Tre le persone arrestate: Carmelo Collana, 53 anni, originario di Campobello di Licata e dipendente del Comune di Canicattì (Ag), proprietario del fondo agricolo; Pietro e Vincenzo Martini, rispettivamente di 22 e 19 anni, di Belmonte Mezzagno (Pa). Dovranno rispondere tutti dell’ipotesi di reato di coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Il dipendente comunale anche dell’ipotesi di reato di illegale detenzione di arma da guerra. I dettagli della maxi operazione antidroga – denominata “Green River” – sono stati illustrati al comando provinciale dell’Arma dei carabinieri di Agrigento.
“Dopo un’attività di osservazione e pedinamento, abbiamo deciso che era arrivato il momento di intervenire nelle campagne fra Naro e Campobello di Licata – ha ricostruito il comandante provinciale dell’Arma dei carabinieri: il colonnello Giovanni Pellegrino, con accanto il sostituto procuratore Emiliana Busto e il capitano della compagnia di Licata: Francesco Lucarelli – . Una trentina di carabinieri, in gran silenzio, hanno fatto irruzione in un casolare dove sono stati trovati i primi 135 chilogrammi di marijuana: erano in parte contenuti in scatoloni e venivano confezionati in buste di plastica con delle cifre: 800 grammi, un chilo. Un tipo di confezionamento che lascia ipotizzare che quelle buste di plastica sarebbero state immesse sul mercato al dettaglio. Togliere dalle vie della movida, dai fruitori anche giovanissimi ben 30 tonnellate di stupefacenti, perché con il quantitativo delle 10 mila piante che si sarebbe raccolto e poi si sarebbe essiccato arriviamo a quelle cifre, è un dato più che importante”, ha commentato il colonnello Pellegrino .