Agrigento scende in piazza per manifestare contro la gravissima crisi idrica che attanaglia la città da oltre due mesi. Tra la folla anche persone non vedenti, gente con le stampelle e neonati con i genitori. Contestato dalla folla il presidente dell’Aica Settimio Cantone. Tantissimi sono stati gli agrigentini che esasperati da una situazione divenuta ormai insostenibile, hanno deciso di mobilitarsi e fare sentire la propria voce.
I turni di distruzione sono sempre più diradati e ci sono persone che non ricevono l’acqua dell’otto di luglio. “C’è un vero e proprio rischio sanitario – ci raccontano alcuni manifestanti – i servizi igienici delle nostre case sono quasi impraticabili”. Oltre duemila persone hanno partecipato alla manifestazione organizzata dal comitato #Vogliamolacqua. “Vergogna, vogliamo l’acqua” gridava la folla durante la manifestazione.
La gente sottolinea il proprio disappunto per l’inadeguatezza nella gestione della crisi idrica e per chieder misure adeguate da mettere in campo: l’intervento del Genio militare, della Protezione civile e soprattutto “un intervento economico adeguato che nell’immediato aiuti a superare la grave crisi e nel prossimo futuro programmi una serie di investimenti sul territorio perché si costruiscano le infrastrutture necessarie per non far più vivere crisi, come l’attuale, alla popolazione”.
La chiesa, le associazioni civili e tantissimi cittadini stanche del disagio, hanno marciato fino alla prefettura. Il corteo partito da piazza Cavour ha raggiunto la prefettura dove è stata letta da parte degli organizzatori una lettera indirizzata al capo dello Stato Sergio Mattarella, nella quale si rivendicava il diritto all’acqua e si suggerivano soluzioni da applicare nel più breve tempo possibile.
Tra i manifestanti anche il presidente dell’Aica Settimio Cantone che è stato bruscamente contestato dai cittadini.
La sua presenza al corteo non è stata particolarmente gradita e grazie all’intervento della Digos il dirigente dell’azienda idrica dei comuni agrigentini è stato fatto allontanare.
“Sono venuto serenamente – ha detto Cantone – perché anche io come Aica, volevo manifestare il disagio della società contro questo stato di cose. Non abbiamo potere divinatori, l’acqua che abbiamo distribuiamo alla provincia, però c’è qualcuno che non ha gradito la mia presenza e siccome voglio che tutto scorra per il verso giusto mi allontano per non creare disordini”.
L’arcivescovo di Agrigento, Alessandro Damiano, che solidarizza coi manifestanti ha detto che “la Chiesa agrigentina, partecipe della grave crisi idrica della città e del territorio che mette a dura prova la vita della gente con un servizio idrico inadeguato, sollecita gli enti preposti a trovare soluzioni emergenziali e strutturali risolutive, efficaci, efficienti,
Il prefetto di Agrigento che inizialmente doveva ricevere una delegazione per raccogliere le richieste della cittadinanza, ha incontrato soltanto don Mario Sorce, rappresentante del cartello sociale di Agrigento. Una situazione che descrive la tensione sociale del momento, dovuta ad una crisi idrica senza precedenti.