Altri sbarchi con 109 migranti, tunisini per la maggior parte, approdati a partire dalla mezzanotte a Lampedusa. Due, con 15 e 8 persone, gli approdi autonomi direttamente sulla terraferma. A bloccare i gruppetti, fra cui una donna fra i 15 e 5 fra gli otto, sono stati i carabinieri e i militari della tenenza della guardia di finanza. Nel primo caso, i tunisini hanno dichiarato di essere salpati da Monastir, nel secondo invece da Chebba. Le motovedette di capitaneria e guardia di finanza hanno invece agganciato, al largo, due barchini, entrambi salpati da Sfax, con a bordo 44 (14 donne e 3 minori) e 42 (2 donne e 5 minori) persone originarie di Benin, Sudan, Burkina Faso, Camerun, Congo, Costa d’Avorio e Mali. Ieri, in 24 ore, sull’isola, c’erano stati 24 sbarchi con un totale di 912 persone, quasi tutte salpate dalla Tunisia.
Valastro (Cri) “Hotspot Lampedusa non è al collasso”
“Alla vigilia di Ferragosto voglio ringraziare tutte e tutti gli operatori e i volontari della Cri che stanno gestendo l’hotspot a Lampedusa – ha scritto sui social Rosario Valastro, presidente della Croce rossa italiana che da giugno gestisce la struttura di contrada Imbriacola -. Un centro che in più di due mesi ha accolto migliaia di donne, uomini e minori garantendo quell’assistenza che è sinonimo di umanità. Un centro, quello di Lampedusa, che nelle cronache spesso viene detto al collasso. Ma così non è per due ragioni fondamentali: la prima che i trasferimenti funzionano, la seconda che abbiamo organizzato logisticamente il centro in modo da far fronte a momenti di sovraffollamento”.
Già nei giorni scorsi il questore di Agrigento, Emanuele Ricifari, e il sindaco delle Pelagie, Filippo Mannino, avevano voluto sottolineare che, contrariamente a quanto continua ad essere ripetuto dai media, l’hotspot non è più, e da tempo ormai, al collasso. La gestione è stata definita “ottimale”. “La situazione non è semplice – ha concluso Valastro – ma al momento è gestita senza criticità particolari. Saremmo i primi se così non fosse a dirlo”.
Migrante: “Giunti a Lampedusa con barca di mia proprietà”
“La barca è di mia proprietà, ci siamo autofinanziati soltanto per comprare 6 taniche da 20 litri di carburante”. E’ questo, grosso modo, quello che i militari della tenenza della guardia di finanza di Lampedusa si sono sentiti raccontare. Quando alle 5,50 circa hanno rintracciato, direttamente sulla terraferma di Lampedusa, 8 tunisini, fra cui una donna e 5 minori. L’imbarcazione in legno di 5 metri è stata sequestrata.
Il costo per la traversata dalla Tunisia va da 1.500 dinari fino a 6 mila o 8 mila dinari, con una media di circa 3 mila dinari tunisini. Gli ultimi 42 migranti, originari di Benin e Sudan, soccorsi alle 7,30 dalla Pv6 Barbarisi della guardia di finanza hanno raccontato d’aver pagato 2 mila dinari tunisini, alcuni in contanti, altri invece tramite agenzie money transfert. Un dettaglio quest’ultimo che potrebbe rivelarsi importante, se non addirittura determinante, per le attività investigative della stessa guardia di finanza e della squadra mobile della questura di Agrigento.
Uomo si incatena: “no a migranti in palasport Porto Empedocle”
Un barista si è incatenato davanti l’ingresso del Palasport di Porto Empedocle (Agrigento), dove avrebbero dovuto essere trasferiti i migranti che sono ammassati nell’area del porto per le pre-identificazioni, e impedisce la sistemazione temporanea di diversi gruppi di persone, fra cui donne e bambini.
Persone che, durante la notte, sono rimasti, visto che le temperature si sono abbassate, all’addiaccio sotto i gazebo sistemati nella parte terminale del porto. Ad individuare il Palasport, dichiarato inagibile per uso sportivo, per dare sistemazione temporanea ai migranti che arrivano o vengono trasferiti a Porto Empedocle, ieri, era stata la Prefettura di Agrigento. Si tratta di una soluzione provvisoria perché l’ex struttura sportiva, concessa dal Comune alla Prefettura, entro una settimana verrà liberata.
Entro una settimana infatti verranno montate le tre tensostrutture – concesse dai vigili del fuoco e soccorso pubblico e dalla Protezione civile regionale – e quindi l’area di ricovero, per l’attesa dei pullman che si occupano dei trasferimenti, verrà creata solo all’interno dell’area portuale.
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